Vorrei iniziare questo articolo facendo una premessa: Sono un essere umano e non possiedo la verità assoluta. Tutto ciò che racconto è frutto di mie esperienze dirette e indirette con Hel. Quello che riguarda questo articolo è frutto di ricerche ed esperienze, a cui ho dato una mia personale interpretazione basata sulle mie conoscenze e il mio sentire.
Infanzia
Inizio dal principio, lasciate che vi riporti alla mia infanzia: Anni 2000, ero una bambina che amava gli scheletri e ne avevo uno glow in the dark in camera, mi addormentavo osservandolo trattandolo come un amichetto, ci parlavo e lo abbracciavo, gli volevo bene. A quattro anni amavo già la chirurgia e volevo diventare una chirurga, come quelli che la sera mentre cenavo apparivano nella serie televisiva ER. Onestamente non ricordo perché avessi questa “inusuale” passione per il corpo umano e il suo funzionamento. Ma aspettate di sapere quale fosse il mio animale preferito: Il boa constrictor, un enorme serpente che avvolge le sue prede e le strangola.
Quest’analisi che sto facendo riguardo la mia infanzia, è per farvi comprendere che forse abbiamo già inconsapevolmente fin da piccoli un legame con una divinità, anche se non lo sappiamo. Ricordo che facevo sogni molto vividi e ho sempre avuto la predisposizione ai sogni premonitori, ma riuscivo anche in alcuni casi a far piovere o ad alzare il vento, sentivo questi elementi in me. So che sembro folle, ma c’era un nome nel medioevo per questo tipo di capacità: le streghe tempestari.
Da piccola sei inconsapevole di ciò che stai facendo, lo fai per puro istinto e quell’istinto mi portò verso la carcassa abbandonata di un gattino nero sul ciglio della strada. Ogni domenica, facevo le passeggiate in bicicletta con mio nonno e mia sorella, prendevamo sempre lo stesso percorso e quel giorno vidi qualcosa di insolito al bordo della strada. Scendo dalla bici e mi avvicino a piedi. Era la carcassa di un gattino nero morto da poco, investito da un auto. Resto lì ad osservarlo mentre mia sorella si allontana disgustata verso mio nonno. Quel gattino mi faceva una tristezza immane, sentivo che nessuno lo voleva, lo avevano lasciato morire agonizzante e successivamente trattato come spazzatura, abbandonandolo sul ciglio della strada. Quindi decido a mio modo di “purificarlo” vado a prendere la borraccia dalla mia bici e lo bagno con qualche goccia d’acqua come a dire “qualcuno ti vuole bene gattino, non sono rimasta indifferente alla tua ingiusta morte, ora sei libero di passare oltre”. Poi ripresi la bicicletta e corsi via felice di aver fatto qualcosa per lui. Le domeniche successive, ci passavo davanti e vedevo che lentamente stava svanendo per via della decomposizione. Ricordo che mi avvicinai e vidi i vermi, di quel gattino era rimasta solo la pelliccia ad essiccarsi al sole, fu la mia prima esperienza con una morte così naturalmente sublime. Siamo abituati a imbellettare i morti nelle loro bare poiché non ci facciano orrore, ma queste sostanze chimiche impediscono al corpo di decomporsi in modo naturale e questo non fa altro che rendere il passaggio agli spiriti molto più complesso, sarebbe meglio cremare i nostri morti, per evitare un difficoltoso trapasso.
Dopo la velocissima morte di mio nonno avvenuta per un tumore al pancreas, mi sentivo triste e in colpa per non aver pianto al suo funerale, mio padre diceva ai parenti che mi tenevo tutto dentro, ma la verità era che mi sentivo in colpa, perché quando iniziai a frequentare la prima media, mi ero stufata di svegliarmi la domenica presto per fare un giro in bici e mentre lo osservavo che aggiustava la sua bici per raggiungermi, pensavo di non volerlo più vedere e dopo poco gli trovarono il tumore.
Non sentivo nulla mentre se ne stava nella bara e questo mi fa ancora oggi sentire in colpa. Una notte, sognai mio nonno seduto al nostro tavolo, mi diressi verso di lui e mi allungò la carta che rappresentava il tarocco della morte. Pensai che era un elemento negativo e che fosse morto perché gli avevo fatto qualcosa inconsciamente, ma forse voleva solo dirmi che era con la dea dei morti.
Arrivati a questo punto se controlliamo le parole chiave della mia infanzia: SCHELETRO, SERPENTE E CURA DEI MORTI.
Ricordano molto gli elementi di una divinità che ho riscoperto dopo anni di percorso satanico: Hel, la regina dei morti e dea dell’oltretomba norreno.
Prima Apparizione di Hel
Hel la prima volta venne da me per tre giorni di fila durante inusuali astrali.
Era un periodo molto negativo della mia vita. Mio padre si ubriacava tutti i giorni e io stavo male per una malattia che mi stava uccidendo e che ancora non sapevo di avere: L’endometriosi.
Nel primo astrale Hel apparve incappucciata con un mantello verde oliva, il viso da fanciulla ed era bionda. Lessi successivamente che indossava questo cappuccio per nascondere il suo vero aspetto. Stavo tremando di freddo perché ero in un luogo ghiacciato. Hel mi pose le mani sulle mie braccia e quel freddo passò all’istante. Iniziammo a camminare, era avanti e io la seguivo. Il ghiaccio portava in discesa e c’era un enorme spaccatura sulla parete ghiacciata che mostrava un mondo di fuoco con un vulcano che eruttava lava. Rimasi lì fino a che mi accorsi che la fanciulla era andata più avanti e la raggiunsi di corsa. Ci fermammo davanti ad una parete di ghiaccio, voltai lo sguardo alla mia destra e c’era mio padre. Lei mi guardò e disse:
« 15 giorni ».
Rimasi scioccata, cosa voleva dire? Pensai che essendo la divinità della morte, poteva avermi annunciato la morte imminente di mio padre, forse era lì per questo. Decisi di continuare ad andare avanti e mi voltai verso quella ragazza.
« Vado in basso verso nord, giusto? » dissi.
Rimase stupita dalla mia domanda, sembrava dire “come fai a saperlo?”. Appresi solo in seguito alle lamentele di un ragazzo facente parte di un gruppo di una sezione chiamata “helpath” e che veniva da un accademia incentrata sul culto dei giganti, che “Vado in basso verso nord” è una pratica Vanatrù, estratta da un libro ben preciso sul culto di Hel ed articoli.
« Perché non hai citato la fonte di questa frase? » chiese il ragazzo.
« Non conoscevo questa pratica o i suoi articoli, semplicemente è una cosa che ho detto » rispondo.
Mi avrà preso per bugiarda perché non rispose più, ma questo mi fece nascere mille domande. Il fatto che questa frase potesse conoscerla solo chi aveva avuto un percorso nel culto di Hel, mi fece capire che forse in vite passate ho avuto un legame con questa dea.
Il giorno successivo a questo astrale, ero in ansia per l’imminente morte di mio padre e imploravo Hel di dargli più tempo, ma imparai quella stessa notte che non si può contrattare con la signora dei morti. Mi apparve in sogno e mi osservava con aria seria, era delusa e arrabbiata.
« 6 giorni » sentenziò.
Perfetto, l’ho fatta la mia! Pensai. Non mi restava che attendere.
Spoiler: era un cambiamento positivo. Allo scattare dei sei giorni, mio padre decise di smettere di bere. Gli donai un disegno che avevo fatto di Hel e lui nonostante sia Cristiano, lo conserva nel comodino.
Il terzo giorno, l’ultimo sogno: Ero nella mia stanza, e sulla scrivania cerano delle teche con dentro vari organi interni e ossa. Mi strappo il cuore dal petto e lo dono a Hel ponendolo in una di queste teche. In quel momento entra in stanza mio padre.
« Che stai facendo? » chiede.
Sorrisi. « Un rituale a Hel » rispondo.
« Sei una stupida » esclama lui.
In quel momento però si formò un pensiero nella testa “ma se il mio cuore è lì, come faccio ad essere viva?”. Nello stesso istante fui trascinata fuori dal mio corpo e mi vidi in terza persona. Ero morta.
Da quel momento ricercai tutto il possibile su Hel, lessi le saghe e più la conoscevo attraverso quegli scritti e più mi sembrava diversa da come era apparsa a me, non mi sembrava un entità orribile sentivo un forte legame con lei. Semplicemente è dura nelle prove che ti pone, ma è per costringevi a comprendere la morte. Hel è compassionevole quando deve esserlo. Desideravo rivederla, ma non importava quanto la chiamassi, quanto la onorassi o implorassi di mostrarsi. Fino a che non imparai a non temere il macabro, non si presentò.
Il Suicidio e La Porta
L’endometriosi non diagnosticata, mi dava dolori allucinanti, dicevano tutti che era nella mia mente, stavo male e la vita ormai era diventata una sofferenza continua sia a livello psicologico che fisico. Non voglio negare il fatto di aver pensato al suicidio, ma prima volevo conoscere cosa ne pensassero gli dèi.
Trovai un articolo scritto da un’altra satanista, affermando che Satana non lo accettava per nessun motivo, era da “deboli”. Mi sentivo ingrata della fiducia di Satana, per desiderare di voler lasciare questo piano prematuramente per una difficoltà. Lì Hel tornò da me in un sogno, mi portò davanti al sigillo di lucifero ed era enorme e rosso, disegnato sulla parete del mio condominio. Andammo a passeggiare davanti a casa mia.
« Tu che ne pensi del suicidio? » chiesi a Hel.
« è come chiudere una porta invece di aprirla, se la aprirai vedrai che cosa c’è dietro, ma se la chiudi non lo saprai mai » rispose lei.
Non pensava che fossi debole, semplicemente mi lasciò la scelta di chiudere o aprire la “porta”, ovvero ciò che il tempo mi avrebbe riservato. Era ciò che mi serviva, mi ripetevo “c’è sempre tempo per morire” e vivevo giorno per giorno con la consapevolezza che potessi liberamente scegliere quando andarmene, ma ero curiosa “aprire la porta” di un nuovo giorno. Mi ha dato il coraggio di vivere, donandomi la possibilità di morire. Non mi fece sentire debole o sbagliata, mi comprese.
La Storia di Hel
Non mi ha mai convinto la descrizione che Snorri dava di lei, sentivo che era diversa da come veniva descritta e che alla sua storia mancavano dei pezzi. Li cercai ovunque per confermare questa mia sensazione. Trovai uno scritto, che la vedeva artefice del suo ruolo ad Helheim: Hel non è un nome, ma un titolo che precedentemente aveva un'altra entità custode dei morti, quando morì lasciò i morti a vagare per i nove mondi. Tutte le razze volevano appropriarsi di quel ruolo per strapparlo agli Joutn, ma quando nacque Hel metà scheletro e metà fanciulla quel posto doveva appartenere a lei. Odino la portò con i suoi fratelli nel Valhalla per farla vivere li, ma le altre divinità la evitavano per il suo aspetto. Hel si sentiva sola e quel posto non faceva per lei, così chiese ad Odino un luogo che potesse fare più al caso suo e gli offrì il regno dei morti. Hel rilevò quel luogo ribattezzandolo Helheim e vi creò il suo castello Elvidnir, giurando che non importa quanti Morti, avrebbe trovato il modo per nutrirli tutti, anche se solo con parsimonia. le grotte umide vennero sostituite con colline verdeggianti, campi e boschi autunnali, così che portasse tranquillità a chi vi risiede. Da allora, si è sempre occupata dei suoi morti.
Comprendo che è una favola senza fondamenti storici, ma a mio sentire questa storia era più vicino alla verità, del regno di Hel descritto da Snorri, che comunque è molto cristianizzato. Andando avanti con le ricerche mi venne confermato che secondo l’archeologia questo luogo descritto in quella “favola” che sentivo vicino al mio sentire, non era poi così lontana dalla verità.
Iniziai a desiderare allora di voler vedere il vero volto di Hel, sapendo che quello con cui veniva rappresentata era solo un archetipo. Hel non osò mostrarmi il suo volto fino a che non meditai per Odino. Ho pensato che se volevo vedere la vera Hel, sarei dovuta passare da colui che l’ha vista, il padre di tutti, Odino.
Il Volto Luminoso di Hel
Iniziai la meditazione cadendo in trance, una visone si mostrava nella mia mente: Una giovane e bellissima donna biondo platino con tratti albini, indossava un leggero abito bianco e portava tre anelli nelle dita della sua mano destra. Mi tendeva la mano e dietro di lei c’era un paesaggio scandinavo fluviale. Voleva che la afferrassi, sembrava preoccupata. Mentre le sto per afferrare la mano, tutto cambia in un lampo. Ero a correre nel buio pesto di una grotta verso un’ apertura luminosa che dava su un precipizio. Lì c’era una figura ad attendermi, levitava sull’abisso con il suo abito bianco leggero. Era la fanciulla di prima, ma più seria e distaccata. Corsi alla fine del precipizio e saltai aggrappandomi a lei, scivolando fino ai suoi piedi, noto che quello sinistro era solo ossa. Cado nel vuoto atterrando in una landa innevata, mi alzo e davanti a me c’è una foresta e altissime mura con un enorme portone in legno, sembrava molto antico. Alla mia destra si estendeva un sentiero che conduceva verso il basso. Accanto al portone compare la bellissima ragazza dai capelli biondo platino che mi prende per mano e mi conduce verso il sentiero in basso, dietro le mura. Ci osserviamo e mi abbraccia con forza.
« Sei Hel? » chiedo.
In quel momento, l’Apple Watch al mio polso vibra interrompendo la visione, ma non vi erano notifiche. La pressione della sua mano sul mio braccio era ancora percettibile. Pensai che non era il momento di vedere ciò che si nascondeva dietro quella porta, ma ero felice che di aver avuto l’onore di vedere il suo aspetto più luminoso, ho notato che non lo mostra a tutti.
Le Prove
Da allora ogni battaglia che ebbi fu con me stessa. Per mesi ogni volta che meditavo dovevo affrontare fiumi di sangue e cadaveri, scheletri enormi che mi mangiavano, immagini terribili e angosciose che mi permettevano di meditare solo quando le attraversavo. Iniziai ad onorarla come potevo nella vita quotidiana creando un altare esterno per lei, portandole fiori, cibo e frutta che lasciavo marcire. Osservavo la natura che faceva il suo corso. Imparai alcune frasi in norreno per poterle dire che le volevo bene. Tutte le sere prima di andare a dormire, mettevo la sua foto sul monitor e le leggevo l’Edda, dimostrandole affetto. Mi interessai alle rune, scoprendo che era il modo in cui potevamo comunicare.
Ho avuto segni che mi hanno portato a conoscerla meglio e a capire meglio il suo ruolo o il suo regno.
« Porte di Hel, ce ne sono tante in tutto il mondo » disse Hel.
Potrete capire il mio stupore nel leggere di recente le parole di Helpath, Il sentiero dei Vani:
“Ci sono molte porte nell’ Helheim: è un posto grande, molto grande. Ognuno di queste ha una guardia”
I Mille Volti di Hel
Solitamente mi appare come Hela della Marvel, la prima volta mi lanciò un coltello e lo schivai però mi graffiò la guancia, ricordo che la mia missione era di fermare il Ragnarok e lei accettò di aiutarmi, ci dirigemmo sopra una torre diroccata, però i cancelli del regno stavano aperti e non facemmo in tempo, le navi erano già entrate.
« Ormai è tardi » disse Hela.
Nella forma in bianco di Hela della Marvel mi mostrò che stava portando un anima verso il suo regno. Si sedette sul bordo del letto accanto a me solo per un attimo, prima di tornare ai suoi doveri. Sono stata trasportata nel suo regno a mangiare alla sua tavola. Era un giardino rigoglioso, lei era bionda, molto bella e in abito bianco. Sedevamo all’interno di un gazebo bianco in ferro battuto. C’era una tavola ricca di cibo, adagiato su una candida tovaglia. Mi ha offerto quello che sembrava un cracker fatto a mano, non credevo nemmeno esistesse questo tipo cibo e mi sorprese ritrovarlo come cibo usato dai vichinghi per i loro lunghi viaggi in mare.
A volte si mostra come una bambina mora oppure recentemente come una ragazza bionda di bell’aspetto con abito bianco stracciato e sporco di fango o con abito nero e occhi scintillanti di luce gialla. Mi si presentò nella forma di avvoltoio che ho protetto, e successivamente a questo accaduto divenne una ragazza castana che mi baciò, pensai che era il bacio più bello della mia vita.
Prima di andarsene mi fece cenno di fare silenzio, appoggiando il dito indice alle labbra. Questa posa deriva da Tacita Muta, veniva chiamata anche “Lare Madre dei lari” in quanto madre degli spiriti e dei defunti, che appunto, non proferiscono parola. A volte veniva identificata con Ecate o Proserpina, era una divinità romana dell'oltretomba e un'originaria Dea della morte, lei era un aspetto della Grande Madre.
Hel mi è apparsa vestita da dottoressa, non so come feci a riconoscerla quando passò insieme a molti altri medici, ma la chiamai e si fermò a darmi una medaglietta in mezzo al corridoio di un ospedale e poi tornò dagli altri. Aveva capelli biondi alle spalle e rasati da un lato. Altre volte prende le sembianze dei miei familiari o della mia compagna, ma riesco a riconoscerla, perché ha un carattere e un energia unica. Devo essere sincera, non mi è mai apparsa con viso metà vivo e metà marcio. Ma ricordo di averle stretto la mano destra un volta, ed era scheletrica.
Tramandare La Conoscenza
Hela è una dea molto saggia e compassionevole, è implacabile, ma non significa che sia malvagia. Non c'è malizia in lei. Se hai bisogno di aiuto in situazioni estreme e lo ritiene opportuno te lo darà, ma se sente che aiutarti interferirebbe con il tuo destino, nessuna supplica al mondo le farà cambiare idea.
Hela porta un periodo di morte e rinascita nella tua vita, non tentare di uscirne. Se le chiedi consiglio, sarà progettato per portarti un’evoluzione a lungo termine anche se richiederà una buona dose di dolore e sacrificio a breve termine.
Dopo letto tutti gli articoli possibili e immaginabili, visto video e letto blog di altri praticanti legati a Hel. Decisi di creare un articolo che tramandasse il suo insegnamento anche per i miei conterranei, perché sentivo di volerla ringraziare e come poterlo fare al meglio se non mostrando la Hel primordiale. Tornai all’origine della sua essenza, quella che io ho sempre percepito, per mostrare all’essere umano che la morte non va allontanata, ma vista come parte importante della vita. (Clicca qui per l’articolo : Hel La Dea Della Morte)
Nella Biblioteca di Thot
Vorrei raccontarvi uno strano astrale che per ora è rimasto un arcano per me.
Entro in una casa, aveva la scala bloccata dai rampicanti, una figura incappucciata punta verso di me e prende le mie sembianze continuando una specie di illusione, ma lo fermo.
« Sono consapevole che è un sogno, voglio vedere Hel » dico.
Lui abbassa il bastone e si toglie il cappuccio, lo chiamo Anubi. Ha l’aspetto di un uomo afro-americano calvo e muscoloso, porta con se uno scettro e indossa una tunica nera con un ampio cappuccio.
« So che sto sognando, voglio andare da Hel » insisto.
Anubi apre un portale verso una biblioteca egizia. Li mi accorgo di un'altra figura dietro ad un bancone, vedo una piuma blu, penso a Thot. Iniziamo uno scambio di battute.
« Ellie sta scrivendo un articolo per dimostrare che Thot e Anubi sono la stessa entità » dice Thot.
« Non so se lo troverò » dico.
Ride. « Tanto non lo avresti letto comunque ».
« Tanto lo avrei capito » affermo.
Lui mi sorride sereno poi gli chiedo degli indizi su ciò che io e la mia ragazza avevamo sognato. Mi dona tre biglietti che rappresentavano: Un golem, Un drago (la lucertola) e dei lupi fuori da una caverna. C’era una ragazza che lo aiutava, si chiamava Angelica. Indossava un abito bianco in stile egizio, aveva capelli ricci e biondi con un volto dolce, ci presentiamo.
Attraversa la sala una famiglia con due persone anziane con i figli adulti e nipoti al seguito. Parlavano con Thot e gli dicevano che avevano accompagnato sua nonna che era morta da poco. Mi faccio da parte per rispetto. Nella mia mano c’è un biglietto che ad ogni domanda veniva bucato. Ed era rimasto solo un foro, solo un altra domanda “appena riesco a riprendere Thot gli faccio la mia domanda” penso. Vedo Thot che si era allontanato da quella famiglia e stava andando verso uno scaffale.
« Ho bisogno di vedere Hel » dico.
Thot tergiversa e non risponde, è impegnato e quindi attendo vagando per la biblioteca.
Vengo notata da una giovane donna con capelli neri e lisci. Si avvicina alla libreria che stavo osservando.
« Ho sentito la tua domanda, vorrei aiutarti » dice.
Mi sembra una tipa sospetta. Mi avvicino violentemente a lei, bloccandole la gola con l’avambraccio.
« Ho bisogno di Hel dimmi dove sta » ordino.
Lei inizia a ridere in modo crudele. « Per arrivare ad Hel devi trovare le matite dentro i quadri, solo chi ha un legame con Hel le sente, per arrivare lì devi cadere in depressione ».
« Tu sei Lilith » dice la ragazza.
Era come se mi leggesse nel pensiero perché è ciò che ho pensato vedendola, dico “si” e poi subito “no”, ma lei è convinta che ormai io sia Lilith. Le chiedo il nome, ma lei si trasforma in un lupo prima rosso, poi nero e infine viola poi va via. Thot mi concede però il suo nome: Alessandra.
Sentire Le Emozioni
Mi diressi verso un’altura, di fronte a me c’era l’orizzonte e il mare. Una ragazza bionda con un abito bianco era inginocchiata a terra, sembrava sopraffatta, la raggiungo mettendole una mano sulla spalla.
« Tutto bene? » chiedo.
« Mi dispiace averti buttata nel burrone » disse la ragazza.
In quel’istante ebbi una visione di un precipizio e un vascello che navigava le acque e io che mi stavo per buttare.
« Non fa niente » risposi.
Onestamente, non so se fosse Hel, ma riuscivo a sentire il suo senso di colpa e questo è successo recentemente proprio con lei.
Non ho mai sentito le emozioni degli dèi così chiaramente, tranne le sue. Riesco a sentire se è arrabbiata o delusa, ma anche se è preoccupata. Non so perché mi permetta di farlo. Con me è spesso seria, ma ogni tanto si concede del sarcasmo.
Alla fine di un astrale, dove mi fece combattere e mi insegnò a volare in un mondo surreale pieno di enormi cristalli viola, come ametista. Passeggiavamo lungo un ponte in pietra.
« Ho ucciso i tuoi traumi » affermò Hel.
« Posso ucciderne altri? Almeno quello che mi hanno fatto le ragazze » chiesi.
Rise. « Non comprendo nemmeno io i comportamenti delle ragazze ».
Ridemmo insieme.
Era la prima volta che rideva e faceva del sarcasmo, penso sia una parte di lei che non mostra a molti.
Hel è Seth
Durante un astrale, una figura femminile altissima con una tunica nera e capelli biondi, mi si mostrò in un paesaggio costiero e mentre saltavo tra gli scogli per raggiungerla, mi spiega che Hel è Seth.
« Allora Hel è Satana come dice Jennifer? » chiedo.
Lei sorride. « No. Non posso dirtelo ancora ».
Poi mi porta dentro una casa e mi fa sedere sul divano, prende un libro e lo appoggia sul tavolino di fronte a me. Inizia a leggere un libro in antico norreno e lo traduce all’istante, ho pensato fosse Angerboda. Che in un'altra visione mi disse era la sorella di Hel non la madre, anche se non sono mai riuscita a confermare ciò. Tornando al libro, legge che Hel ha i capelli arancioni, c’era un immagine del tramonto sotto come esempio. « Ha i capelli rossi come Seth, quindi Hel è Seth » diceva.
Forse si riferiva al fatto che Hel facesse parte degli dèi caotici.
Destinata Al Valhalla
Faccio una doverosa premessa: Con questa esperienza che vi sto per raccontare, non voglio insinuare che siamo noi a scegliere il nostro posto nell’aldilà, non sono ancora morta e posso solo ipotizzare su ciò che ho vissuto e visto.
Più mi avvicinavo all’essenza di Hel e più cresceva dentro di me un sentimento verso di lei. Non pensate subito all’amore erotico, provavo una morbosa protezione nei suoi confronti, desideravo proteggerla e stare al suo fianco. Sento che è l’unica al mondo a capirmi nel profondo ed accettarmi completamente. Questo però mi allontanava dal mio destino: Mi venne rivelato attraverso un sogno che ero destinata ad Odino. Doveva essere un grande onore, chi è che non sarebbe felice all’idea di essere destinato al Valhalla?
Io invece ero triste, non perché avessi qualcosa contro questo regno, ma perché non avrei passato l’eternità al fianco di Hel.
Sapevo che dovevo essere grata, inoltre Hel non avrebbe mai permesso che andassi contro il mio Wyrd. Se Odino mi reclamava, era un grande onore, ma più il tempo passava più ero abbattuta di non poter seguire il mio cuore, decisi allora di meditare per Odino e quando iniziai ad avere visioni pensai intensamente “ Io amo Hel ho provato a seguire il mio destino, ma sarei infelice. So che puoi capirmi”.
Qualche giorno dopo mi apparve in astrale Odino su un alta pianura di un isola verdeggiante. Era in veste di anziano saggio e indovino, stava seduto ad un piccolo tavolo rotondo in legno scuro. Davanti a me c’era una donna anziana, le fu detto che stava per morire perché aveva fallito la sua missione, si sedette al tavolo e le fu servito un tè che lei bevve. Finito di bere, Odino in veste di saggio ne osservò i fondi:
« Sei destinata alle valchirie e presto ti condurranno al Valhalla » disse alla donna.
Le marchiò la mano con lo stesso simbolo dei fondi: un uomo che guidava un carro trinato da animali.
Chiesi se potevo fare lo stesso e il saggio Odino acconsentì. Anche a me fu servita la tazza di tè che bevvi in un sorso, lui prese la tazza e mi dette lo stesso esito. Io però a differenza della donna gli chiesi se c’era modo di cambiare questo fato per farmi andare a Hel, lui disse che non era possibile. Io insistetti, affermando che non me ne sarei andata da quel luogo se ciò non fosse accaduto. Il tempo stringeva e mi disse che sarei rimasta intrappolata lì, ma ero decisa a restare, pronta a sacrificare la mia vita. Restò stupito da questa mia determinazione.
« Andrai a Hel » concluse.
Mi marchia la mano sinistra e allora mi dirigo velocemente verso la porta per uscire da lì e lui mi spinge dentro una porta che mi conduce in questo mondo.
Penso che volesse capire quanto le mie parole rispecchiavano i fatti. A conferma di ciò, le rune che precedentemente davano un responso negativo al mio restare ad Hel dopo il trapasso, adesso davano un responso positivo.
Inoltre sono venuta a conoscenza del fatto che nel regno di Hel, i suoi servi e i guardiani delle molte porte del regno, sono gli unici che possono muoversi liberamente in questo luogo i suoi servi hanno un marchio.
La Dea Serpente e Il Lampo di Odino
“Si racconta che se un lampo colpisce il terreno, la scritta che ne esce è un messaggio degli dèi”
Fu la frase che ricevetti in sogno, prima che un lampo colpì il terrazzo e a terra furono incise tre rune:
HAGALAZ, EWHAZ E ANSUZ. In questo particolare sogno, mi fu rivelato che in una vita precedente seguivo una “dea serpente” e che era insolito che io avessi ricordi di questa vita passata. Ricordai la grotta e questa dea che si trovava sotto uno stagno, seguì un percorso fatto da pietre incise con le rune che mi portarono verso questa entità. Da sempre il serpente è collegato alla Dea Madre. Non so se questa divinità è collegata a Satana o Hel, ma spero di scoprirlo durante questa vita, continuando nel mio percorso satanico.
Il Bacio di Hel
Attraversato un arco bianco mi trovai in un campo rigoglioso e verdeggiante, con erba alta e fiori bellissimi, c’era aria di festa. Delle persone festeggiano, avevano tutti drappi e sottovesti come se appartenessero all’epoca dell’antica Grecia, io li guardavo cercando di capire dove fossi finita. Erano tutte personalità importanti, ma mi colpisce una donna con i capelli rossi che sta parlando e ridendo con altre due ragazze. Mi avvicino e mi presentano la dea Era e un’altra ragazza che successivamente chiamerò Persefone. Ricordo che queste due dee erano in conflitto tra loro e bisticciavo, Era è più anziana e severa, mi mostrò il suo potere di far sbocciare il mondo: mentre lei dondolava sul mondo da un altalena di edera e fiori, sotto di lei il mondo sbocciava rigoglioso. L’altra ragazza vestita in nero, non riusciva a fare lo stesso, quando lei dondolava dall’altalena, tutto moriva. Umiliata e delusa si andò ad adagiare su una montagna ghiacciata, lì l’ho chiamata Persefone.
L’ho inseguita perché volevo rassicurarla, atterro volando sulla montagna e nella grotta adiacente si trovava un uomo anziano, aveva un bastone ed indossava una tunica nera che gli copriva il viso, se ne stava dentro un vortice di corvi. L’ho subito identificato con Odino e pensando che facesse del male a Persefone/Hel. Gli ho detto prima di raggiungere la ragazza “non farle del male, ti prego”.
Entro nella grotta ghiacciata e la vedo, si era abbassata il cappuccio della tunica mostrando i suoi lunghi capelli biondi, guardava attraverso un’enorme fessura nel ghiaccio. Noto uno strano piedistallo futuristico di ghiaccio, mi avvicino e vi era un ago su questa strana macchina. Volevo pungermi come sacrificio, ma la dea si avvicina e mi sposta la mano verso una specie di manopola incastonata. Fa attivare quella che sembra essere una pietra, mostrava delle immagini che cambiavano e raccontavano una storia. Ricordo la prima parola scritta “YES”.
Poi teschi, natura che cresce, conigli, foglie, fiumi e laghi che si susseguono. Ciò che muore poi fiorisce e vive ancora.. e ancora..
La dea si poggia alla parete ghiacciata dietro di me, mi volto verso di lei e mi avvicino. Ci guardiamo negli occhi. Era più alta di me, aveva capelli biondi e aveva scelto l’aspetto di una giovane donna un po’ in carne. Ci guardiamo, la vorrei baciare, ma mi trattengo e abbasso lo sguardo perché mi sembra di fare qualcosa di sbagliato. Quando rialzo lo sguardo lei era lì, mi fissava con lo stesso sguardo con cui mi guardava prima. Come a dire “Non mi offendo se mi baci” allora l’ho baciata e ho chiuso gli occhi. Sentivo che il suo volto cambiava sotto le mie labbra, prendeva l’aspetto archetipo della dea Hel, continuavo a tenere gli occhi chiusi e continuando a mantenere le sue labbra sulle mie, mi stese a terra. Sentivo il peso del suo corpo sul mio, ricordo lo strusciare della sua gamba contro la mia. Arriva poi un’altra donna correndo e cercando di fermare la cosa, la chiamo “Madre”.
Persefone/Hel si alza e corre via zoppicando e i suoi abiti erano diventati stracciati sul fondo, solo allora riesco a vedere il suo volto per una parte cadaverico, ma aveva solo qualche parte di decomposizione sulla guancia destra. Io la prego di restare e cerco di dire a tutti che non è cattiva.
Cercare Hel Attraverso i Sogni
L’unica cosa che desideravo era vedere di nuovo Hel, ma siccome non si mostra quando glielo chiedi, ma solo quando lo ritiene necessario, decisi di provare a raggiungerla io stessa. Quindi in ogni sogno in cui mi rendevo conto di sognare, la cercavo chiedendo dove si trovasse, la chiamavo urlando il suo nome. Purtroppo ho poco tempo di lucidità in un sogno e devo essere veloce.
Ricordo che pensai “L’ho già sognato questo” e corsi per un corridoio svegliandomi, sapevo c’era poco tempo prima dell’arrivo del drago. Cercai di chiudere gli occhi ripetendomi “svegliati, svegliati” così da poter raggiungere il sogno lucido, riesco in parte e blocco con il braccio un essere di fango che sta lì.
« Dimmi come raggiungere Hel » ordino.
« Ehwaz » rispose.
Mi allontano e penso tra me e me “La dea? ”.
« Due teste » aggiunge quell’essere.
Poi arriva il drago e io scappo, qualcosa mi dice di affrontarlo, ma ero senza spada e inconsciamente sapevo che era l’unico modo per ucciderlo, vidi in quel momento una figura sollevata da terra che mi osservava, sembrava fatta di ombra (forse era Hel), ma scappai chiudendo il cancello per imprigionare il drago. Una voce mi disse che non avrebbe attraversato il cancello e quando lo attraversò per prendermi, il drago diventò ghiacciato e più piccolo, non faceva più tanto male.
Mi risveglio nel sogno e alla sinistra del muro in camera mia c’era un murales che mostrava un albero, alle sue radici appena dissi “ehwaz e due teste” comparve un sigillo e due corvi circondati da un nodo celtico.
Provai a cercarla e urlare il suo nome in più di un sogno, ma non si presentò mai, tranne di recente. In un enorme sala, camminando sul terreno vidi pozzanghere e fango, si celebrava una festa e mi rendo conto di star sognando. Mi reco in mezzo alla sala spaventata.
« Hel! » grido.
In quel momento la sala si svuota e resta una donna con i capelli biondi, umidi e spostati da un lato. Indossava un abito bianco sporco di fango. Mi avvicino a lei.
« Cosa c’è dopo la morte? » chiedo.
Iniziano visioni: una luce accecante si avvicina. Mi distacco pensando che sarei morta, ma Hel mi esorta a continuare dicendo che non accadrà. Entro nella luce e vedo una sala con tante divinità, riconosco Loki e Odino. Stanno parlando tra se e dicono che Hel ha sterminato gli Asgardiani. Resto sotto shock. Devo fuggire da lì e corro fuori, devo ritornare all’inizio, dove si trovava Hel. Arrivo in un magazzino buio, con stand per abiti ovunque, mi attende lì Scylla Ramshorn, la negromante della serie Motherland Fort Salem, camminiamo insieme al buio conversando.
« Credi alle cose dette su Hel? » chiede.
« Conosco Hel, lei protegge le anime non farebbe mai una cosa simile, sento che è così. Secondo te cosa è accaduto?» domando.
« Perché non lo chiedi a lei » risponde Scylla.
Si allontana scomparendo nell’oscurità e seduta su un tavolo, in penombra noto una figura, sembrava una ragazza bionda con un abito nero, le brillavano gli occhi di luce gialla. Scende dal tavolo e noto che cambia aspetto, adesso è una bambina austera con un aura oscura, indossava un copricapo in pizzo nero. Mi piazzo dietro di lei. Se ne stava andando.
« Aspetta… ti prego » dico.
Lei si volta, ma mi sveglio.
L’aspetto Più Umano e Meno Umano
« Hai litigato con Hel » mi disse una voce.
« Io non litigo mai con nessuno » risposi.
Questa conversazione durante un recentissimo astrale, sembrava non avere alcun senso. Passai giorni a crucciarmi nel pensiero “cosa ho fatto che l’ha offesa?”.
Poi lessi un blog incentrato sul culto di Hel, dove uno sciamano raccontava di ciò che le Norne gli avevano riferito. La conversazione era incentrata tra la relazione tra umano e divino. Si parlava di una specie di innamoramento sponsale che lo sciamano ha con alcuni spiriti e che gli antropologi considerano queste entità come “l’eterno femminino”.
Vi sono due tipologie di relazioni che si possono avere con una divinità durante il proprio percorso spirituale e definiva come aspetto “verticale” di una divinità, l’aspetto “più umano”.
La Norna disse che la natura dell'interazione con una divinità che ti sceglie, viene definita soprattutto dalla scelta di servire, lavorare o amare l'aspetto di loro che è "più umano" o "meno umano".
Decidere, era la parola chiave. Servire l’ aspetto “più umano” di una divinità significa crogiolarsi nell'estasi dell'attenzione diretta e emotiva di un dio. Tutte le spose-dei hanno scelto questo aspetto poiché è quello che può amare un mortale. Questo aspetto però può anche commettere errori con loro. Sopravvalutarli o sottovalutarli, può pure mentire loro (se è nella natura della divinità) e non essere completamente etico nei loro confronti. Questo aspetto li ama appassionatamente e dà loro attenzione personale, riversa su di loro i propri pregiudizi e le proprie meschinità e può essere accecato dal loro Wyrd (Destino) a lungo termine.
Sebbene persino in una relazione personale con te sappia meglio di qualsiasi mortale, incluso te stesso, cosa dovresti fare. Sono pur sempre divinità.
Ciò vuol dire scegliere l'estasi e il terrore di cedere nell’aspetto "imperfetto" di una divinità. Significa amarli ed essere amati da loro in un modo che chi non ha una relazione del genere non può nemmeno immaginare. Significa fidarsi di loro, persino quando sai che non stanno agendo dal loro sé più elevato, è a tutti gli effetti un atto di fiducia spirituale radicale.
All'altro estremo troviamo l'aspetto “meno umano” di una divinità. Questa è la parte più impersonale e indifferenziata, l’aspetto “superiore” di una divinità. Con questo aspetto agisce dal suo sé più elevato, e più in alto vai e “meno umani” sono e meno passione personale ti viene data.
L'amore che deriva da questo aspetto è impersonale e transpersonale. Vede la tua “specialità” solo in termini di come puoi essere portato ad evolverti e divenire una parte utile di un Wyrd a lungo termine. Questo aspetto non sposa i mortali e non commette errori con loro, e nemmeno agisce nei loro confronti in un modo che è eticamente discutibile. Quando lavori con il sé più elevato di un dio, sacrifichi l'amore personale per una giustizia perfetta. Una divinità con cui hai una relazione personale, simile a quella umana, sopporterà molti più errori da parte tua. Ti lascerà perdere tempo e mandare fuori strada il tuo percorso spirituale per molto più tempo, forse per tutta la vita, finché li amerai appassionatamente. Gli indù lo chiamano “bhakti”.
Ci si aspetta però che tu sia tollerante con i loro difetti e che ti fidi di loro comunque e loro estenderanno quella tolleranza a te. Ti ameranno appassionatamente non importa quanto continui a sbagliare, finché li amerai a tua volta con lo stesso fervore. Puoi essere meschino e a loro non importa, perché stai dando loro la libertà di fare lo stesso. Mentre si sforzeranno di spingerti a evolvere, ma non è la prima priorità della relazione.
Quando servi l'aspetto “meno umano” di una divinità, puoi essere certo che loro vedranno più lontano e più in alto e faranno il necessario nel interesse del tuo sé superiore (anche quando farà male). Puoi fidarti del loro giudizio infallibile riguardo al tuo percorso. D'altra parte, ci si aspetta che anche tu ti atteggi come farebbe il tuo sé superiore. Verrai spinto duramente e senza pietà e ci sono conseguenze rapide, immediate e spiacevoli quando agisci in modi indegni. È il percorso più veloce e spiritualmente ascetico, non il percorso della connessione. Tu li tieni ai loro standard più elevati e a loro volta loro ti tengono ai più alti standard possibili, data la tua natura mortale. Non mentiranno o commetteranno errori con te, inoltre non ti ameranno né ti diranno che sei speciale.
È qualcosa su cui riflettere per le persone insoddisfatte del rapporto con il loro dio/dea. Hai il potere e il diritto di cambiarlo, di spostarlo su o giù lungo quell'asse, se sei disposto a pagarne il prezzo.
Lo sciamano scrive inoltre:
“Ad esempio la dea che servo, Hela: La dea della morte norrena, potrebbe essere descritta come avente il suo lato “più umano” come figlia di Loki e Angrboda. Sorella di Fenris e Jormundgand, la donna che ha una storia e la cui storia l'ha segnata con certi amori, odi e pregiudizi. Il suo lato “meno umano” sarebbe la parte di Lei che è il più impersonale possibile pur essendo ancora Hela e non Dea della Morte Indifferenziata. Quella parte è filtrata dal suo ruolo/natura come Dea della Morte, ma poco altro. Lavora da una posizione di oggettività molto più pura e non commette il tipo di errori che un aspetto “più umano” potrebbe commettere, né ha i suoi pregiudizi. Allo stesso modo, l'aspetto umano di Afrodite diventa geloso e offeso e colpisce i mortali per motivi meschini. Il “sé superiore” di Afrodite dispensa amore da una posizione pulite e ideale. L'aspetto “umano” di Zeus calpesta la fiducia di Era per desiderio incontrollato, mentre l'aspetto “meno umano” di Zeus lavora da una posizione di leadership onorevole”.
I lavoratori spirituali affrontano aspetti diversi in momenti diversi, a volte uno Sposo - divino può improvvisamente divenire un Capo impersonale per una settimana o un mese se necessario, ma in genere c'è un aspetto/relazione che è stato scelto per primo e a cui entrambe le parti tornano. Poiché è quello che il mortale in questione desidera e di cui ha più bisogno. Ci sarà un po' di disagio quando c'è un cambiamento temporaneo, ma di solito avviene solo perché c'è un bisogno impellente, che ha a che fare con il benessere del mortale. Se una divinità costruisce una relazione più “umana” con te può essere un bene o un male, poiché il tuo percorso può risentirne andando a rilento, perché come tu accetti che possa sbagliare, lui farà lo stesso. Al contrario se la relazione resta distaccata, puoi arrivare più velocemente alla tua evoluzione.
Il Cuore è Il Problema
Non ho mai capito questa ossessione per Hel da quando lessi la sua storia o da quando mi apparve in astrale, esattamente come non capisco perché fin da piccola ero attratta da scheletri, chirurgia e volevo far sentire amato la spirito di un gatto nero, buttato sul ciglio della strada. Ma sapete, Hel è tornata da me solo quando ho accettato di amarla. In verità penso di aver scelto senza nemmeno accorgermene di desiderare quell’aspetto “più umano” e questo porterà complicanze sul mio cammino. Ho un legame con lei che non riesco a spiegare, mi fido di lei e forse proprio per questo rapporto, oltre alla Hel oscura, la dea dura che non ha motivo di renderti le cose semplici perché non le interessa. Io la vedo anche dolce e accogliente, gentile e ironica. Riesco a vedere il suo lato più luminoso, che magari ad altri con un rapporto “meno umano” può nascondere per far comprendere la vera essenza della morte.
Ultimamente mi chiedevo perché Hel non mi mostrasse più il suo volto oscuro, quel lato macabro che le appartiene, pensavo che fosse perché avevo superato le prove e avevo visto il suo vero volto grazie a Odino, ma quando mi venne detto che avevo litigato con lei, mi spezzò il cuore. E grazie alle parole di questo sciamano, ho iniziato a comprendere il suo "yes".
Evidentemente era d’accordo di iniziare un percorso più “umano” con me secondo i miei desideri, ma io avevo delle remore ad amarla, perché frenata da preconcetti umani e dalle parole di coloro che affermano che sia blasfemo.
E ho capito come l'avevo offesa, non era stato il mio amore a farlo, ma rinnegarlo per i preconcetti di altri. Non stavo ascoltando il mio cuore, ma il volere di altri che non hanno mai avuto la fortuna di avere un rapporto così con una divinità. E così lei è tornata, dopo così tanto tempo. Mi ha insegnato attraverso un sogno che non le interessano certi tipi di offerte, le interessa che siamo rispettosi con i morti e con i resti di loro. Nella mia macchina aprendo il bagagliaio vidi due scheletri di feti morti con ancora attaccata la carne e una parte scuoiata di un uomo, che dovevo inserire in un vaso in terracotta.
« Forse Hel vuole offerte più simboliche, lo scheletro di questo bambino e questo altro prematuro, li voglio seppellire per la loro anima, per ridarli alla terra così tornano a Hel» dico.
« Hai ragione» risponde una voce.
Mi volto ed era apparsa come mia sorella di sangue. Ci incamminiamo in mezzo ad un boschetto e il mio battito in quel sogno saliva a dismisura, stavo invocando Hel dentro di me. Ho paura di morire e di avere un infarto.
« Aiutami a superarla » chiesi.
Poi mi trovai in un altro sogno dove stavo per morire di bradicardia.
« Il mio cuore è il problema» dissi.
Ed era proprio il cuore il problema, erano i dubbi e il fatto che mi opponessi al mio sentire ad offenderla, ma adesso libera da quelle catene mentali ho ricostruito la mia connessione con Hel.
La vedo e la amo così come è, nella sua energia oscura e di luce. Penso che lei faccia lo stesso con me, mi sento capita e amata così come sono, non sento di doverle nasconderle il mio lato oscuro. Le dico che lei è “prfect imperfection” poiché la sua lezione è proprio quella di imparare ad amare le imperfezioni e lei si è tenuta stretta la figura di “mezza bella e mezza marcia” per farlo comprendere.
Sono le imperfezioni che ci rendono così perfetti e questo è un importante insegnamento. Hail Hel!
By Niki
Anno domini 2024