Premessa: In questo periodo dell’anno dicerie nocive si abbattono sul nostro culto come “I satanisti sacrificano animali a Halloween, soprattutto gatti neri” - FALSO. Il Satanismo considera gli animali sacri, chi li sacrifica non è considerato Satanista.
La sera del 31 ottobre fino all’1 novembre si celebrava Samhain (pronunciato “sah-win”), questa festa pagana ha origini celtiche e inaugurava il periodo dell’ultimo raccolto prima della stagione fredda, segnando il passaggio dalla fine dell’estate a l’inizio dell’inverno. Halloween (originariamente nota come "All Hallows' Eve") fu creato dalla chiesa cristiana per rimpiazzare questa antica festa, cadeva il 31 ottobre, il giorno prima di Ognissanti.
Samhain era la cerimonia più importante dei quattro festival del fuoco trimestrali (Samhain/1 novembre, Imbolc/1 febbraio, Beltane/1 maggio e Lughnasa/1 agosto) svolto a metà tra l'equinozio d'autunno e il solstizio d'inverno. Era considerata "la metà oscura dell'anno", il freddo era dominio di Cailleach (celebrata soprattutto in Scozia) e i rituali riguardavano il mondo dei morti. Nella notte di Samhain, i Celti onoravano gli antenati organizzando banchetti per i vivi e per i morti, con offerte di cibo e bevande lasciate ai propri cari.
Verso la fine del XIX secolo, John Rhys e James Frazer suggerirono che si trattasse del "Capodanno celtico", ma ciò fu contestato.
Etimologia e Usanze
Samhain potrebbe significare "fine dell'estate", indicando probabilmente il momento i cui gli antichi celti, popolo di pastori, terminato il periodo estivo, facevano ritorno a valle con il bestiame ritirandosi nelle loro dimore e mettendo da parte il raccolto per l’inverno. Oltre ad un significato fisico questa festività ne possedeva anche uno spirituale, secondo recenti studi, il nome “Samhain” sarebbe traducibile con “riunione/assemblea”, riferitosi probabilmente all’incontro tra vivi e morti. Durante Samhain, infatti, come accade anche nel periodo di Beltane, la barriera tra il mondo fisico e spirituale è più sottile e le porte del Sidhe (il mondo delle fate) si aprono e oltre alle anime dei defunti venute a trovare le loro famiglie, potevano entrare anche spiriti ostili, per questo i celti prendevano misure cautelari. Enormi falò erano accesi per consentire il passaggio degli spiriti, chiamati “Aos sí”, invocati per propriziare il bestiame e proteggere le riserve invernali. In diversi testi medievali sono menzionate le usanze di Samhain, nel Serglige Con Culainn si legge che la festa dell'Ulaid a Samhain durasse una settimana: tre giorni prima e dopo Samhain. Vi erano grandi raduni in cui si tenevano riunioni, gare, banchetti e si beveva alcol.
Il Togail Bruidne Dá Derga afferma che erano accesi dei falò durante Samhain e delle pietre erano lanciate nei fuochi. Nei primi anni del 1600, Geoffrey Keating attingendo a fonti medievali precedenti (tra cui alcune sconosciute), scrive Foras Feasa ar Éirinn, dove sostiene che il feis di Tara si teneva per una settimana ogni terzo Samhain, quando i nobili e gli ollam d'Irlanda s’incontravano per stabilire e rinnovare le leggi e per banchettare. Sostiene che i druidi accendevano un falò sacro a Tlachtga e offrivano sacrifici agli dei, a volte bruciandoli. Inoltre aggiunge che tutti i fuochi erano lasciati a estinguersi e riaccesi da questo falò.
Nel Medioevo, si sviluppò la tradizione di accendere i falò noti come Samghnagans vicino alle fattorie, erano fuochi di Samhain “più personali” e proteggevano le famiglie dalle fate e dalle streghe. Cominciarono anche ad apparire rape intagliate chiamate Jack-o'-lanterns che si rifacevano al racconto popolare irlandese secondo cui la notte di Samhain, Old Jack, un uomo malvagio uscito dall’inferno, avrebbe vagato sulla Terra illuminando la sua strada con un carbone ardente dentro una rapa. Gli irlandesi che migrarono in America portarono questa tradizione con se, ma siccome le rape erano scarse, usarono le zucche e nacque così il simbolo più popolare di Halloween. Nel folclore gaelico erano praticati rituali travestendosi e andando di casa in casa narrando storie e canti in cambio di un regalo, imitando probabilmente gli spiriti che andavano a trovare gli esseri umani e raccogliendo offerte per loro conto. In conformità a com’erano trattati, potevano essere buoni o cattivi. Questa tradizione si chiamava “souling” e chi la praticava, era definito “souler”. Grazie all’immigrazione gaelica verso gli Stati Uniti, abbiamo quindi la tradizionale frase: “Trick or Treat”.
Samhain e Álfablót
Samhain era associato al mondo irlandese, ma questa festività era celebrata nello stesso periodo anche in altre comunità celtiche: in Galles era chiamata Calan Gaeal, in Cornovaglia Kalan Gwav e in Bretagna Kalan Goanv. Si facevano offerte e sacrifici per placare gli spiriti, per ringraziarli e per non attirarne l’ira.
I Vichinghi avevano una festività simile, chiamata Álfablót traducibile come "Sacrificio agli elfi" (da Álfar/elfi – blót/offerta/sacrificio) era tenuta anch’essa alla fine della stagione autunnale, più precisamente dal 28 ottobre al 2 novembre, quando onoravano gli spiriti dei morti, erano compiuti sacrifici per allontanare le energie maligne e ottenere prosperità per l’anno a venire. Gli elfi erano associati ai tumuli funerari e in base alle fonti disponibili, gli studiosi concordano sul fatto che per i Vichinghi gli elfi erano visti come:
Dei minori (o semidei) le cui sfere d’influenza condizionavano il mondo naturale.
Spiriti passati (ma attivi) degli antenati.
Spiriti che animano il mondo naturale.
I norreni credevano che i “doni” (offerte) fossero necessari a una sorta di reciprocità per ottenere prosperità per il raccolto, alcuni erano sacrifici umani, altri animali macellati ritualmente e poi cucinati in un banchetto, ma persino armi, gioielli e cimeli o i primi frutti del raccolto erano lasciate come offerte, ancora oggi lasciare il burro o la birra agli elfi rimane una pratica molto comune in Scandinavia.
I rituali della celebrazione di Álfablót erano condotti in segreto, a porte chiuse e per via di questo nel momento in cui la Scandinavia fu convertita al cristianesimo, le informazioni furono dimenticate o riscritte. Il più famoso resoconto di Álfablót deriva dal poeta scaldico islandese Sigvatr Þórðarson, che nel suo poema Austrfararvísur, raccontò di non aver ricevuto un caloroso benvenuto durante la notte sacra di Álfablót, aggiungendo di essere stato cacciato da tre case.
Nonostante oggi non sia insolito rifiutare gli stranieri di notte, nel mondo vichingo era una violazione delle regole dell'ospitalità, ma poiché gli elfi sono legati agli antenati e mettersi in contatto con gli antenati si applicava solo ai familiari, ha senso che le famiglie preferiscano stare per conto proprio durante la notte dell'Álfablót, a prova di ciò era invocato oltre a Freyr anche Odino, come protettore e destinatario degli onori della notte. Freyr era il signore degli elfi e Odino il dio dei morti, quindi l’associazione elfo-antenato è plausibile. Sigvatr aggiunge altri dettagli sui festeggiamenti, come il fatto che la padrona di casa fosse la guida nelle cerimonie di Álfablót, mentre gli uomini svolgevano un ruolo protettivo ed erano chiamati “Ölvir”.
Una delle differenze tra Álfablót e Samhain è che non vi era nessun rituale nell’andare di casa in casa, i norreni restavano nelle loro dimore durante tutta la notte per evitare le forze oscure, mentre a Samhain la prima parte della serata vedeva la comunità interagire con grandi gruppi di persone, prima di rintanarsi in casa alla mezzanotte, per stare lontane dai pericoli. Álfablót era invece svolto in piccoli gruppi segreti.
Samhain nella Cultura Italiana
La tradizionale festa celtica di Samhain ha sempre fatto parte della cultura dei nostri antenati italiani, almeno per quanto riguarda l’Italia settentrionale, dove la presenza culturale celtica è stata per secoli molto forte, persino dopo la romanizzazione e durante l’epoca medievale, ed è proprio grazie ai romani siamo a conoscenza del fatto che vi erano molte feste dedicate al culto dei morti:
Feralia, che si svolgeva il 21 febbraio e sanciva la conclusione del periodo dei Parentalia, in cui si onoravano gli antenati per nove giorni.
L’apertura del Mundus Cereris che metteva in contatto il mondo dei vivi e quello dei morti (praticato più volte tra agosto e novembre).
Lemuria, celebrata a maggio per gli spiriti senza pace: i Lemures. (sostituita nel 609 da Ognissanti il 13 maggio).
Nelle campagne italiane si decoravano le zucche, si accendevano fuochi e si celebravano le notti tra la fine di ottobre e i primi di novembre, seguendo i ritmi del calendario agricolo. La celebrazione di Lümere era festeggiata nei vari paesi e campagne dell’Italia settentrionale e comprendeva un periodo che andava all’incirca dalla fine di settembre fino all’inizio di gennaio, dove vi era l’usanza di cenare con i defunti e preparargli da mangiare, erano fatte offerte di latte, sidro e castagne. In Friuli è conosciuta la “danza de muarz“, un ballo macabro che i morti compiono tornando ai cimiteri, qui agli antenati erano donati dolcetti che simboleggiavano le fasi della vita. In Piemonte erano lasciate castagne bollite per i morti sulla tavola e venivano intagliate e illuminate zucche o rape, inoltre si tenevano fiaccolate fino ai limiti del bosco, per accompagnare nel loro mondo gli spiriti. In Toscana è nota la “Morte Secca”, una zucca intagliata adagiata su un palo e vestita di stracci, per spaventare i bambini. Persino in Emilia-Romagna durante le notti tra ottobre e novembre si metteva i guardia i bambini dalle Piligrène (le “pellegrine”) ovvero luci, fuochi fatui o lanterne, che si intravedevano nelle campagne paludose o nei cimiteri la notte. L’Italia conservatrice ha sempre cercato di rimuovere l’eredità folclorica non-cristiana, affermando che l’unica festività celebrata a fine ottobre/inizio novembre fosse Ognissanti, usando Halloween per confermare che fosse una festività importata dall’America, ma come potete vedere lo spirito di Samhain ha sempre fatto parte della nostra storia.
Celebrare La Morte
Samhain segna un periodo di profonda transizione sia spirituale sia stagionale.
“La morte per te è un problema?” chiese Hel.
“No, la morte è…una trasformazione” risposi.
Il tema principale di questa festività è proprio la morte, poiché in sintonia con i cicli naturali, la natura intorno a noi muore durante l’inverno e il seme che dimora nel sottosuolo, al buio, attende il tempo per la sua futura nascita. Dobbiamo imparare a celebrare la realtà della morte, riconoscendola come un evento naturale e non come qualcosa da allontanare o nascondere. La morte è una fine, ma anche un inizio, onoriamo quindi la morte non scordando la nuova vita che sopraggiungerà.
Il periodo di Samhain è l'occasione perfetta per riunirsi e compiere un viaggio interiore, rivelando quegli aspetti di noi stessi che richiedono di essere cambiati, prima di iniziare una “nuova vita”. A Samhain si riflette sull'anno trascorso e ci si libera di ciò che non serve più, per prepararsi all'arrivo dell’inverno, è il momento ideale per eseguire rituali che proteggono e purificano, sia fisicamente sia spiritualmente. Passiamo la nostra attenzione dal lato materiale a quello spirituale, poiché questo è il tempo del riposo, della ricerca, del silenzio, della riflessione e la meditazione. Le energie di Samhain sono strettamente legate alla morte e il velo tra il regno fisico e spirituale è più sottile, quindi rivolgiamo i nostri pensieri agli antenati e alle persone che ci hanno lasciato. A Samhain si celebrano anche la fine del raccolto e la generosità della terra, mostrandoci la duplice natura di questa festività, in altre parole quella di onorare la morte e celebrare la vita.
Come Festeggiare?
Gli antichi Celti festeggiavano accendendo grandi falò con poteri purificatori e protettivi, dai quali le genti riaccendevano i loro focolari domestici, per difendersi dal freddo invernale. Radunavano il bestiame e organizzavano banchetti con le scorte deperibili, prima che arrivasse la scarsità invernale. Le famiglie onoravano i loro antenati, con la tradizionale “cena muta” derivante dalla credenza in cui gli antenati tornano a cenare con i loro cari a Samhain e le famiglie preparano un pasto silenzioso in loro onore, allestendo un posto per i defunti e invitandoli a unirsi. Inoltre lasciavano fuori cibo e bevande per confortare gli spiriti, quindi se vuoi onorare i tuoi antenati, oltre ad allestire un altare con decorazioni, foto e condividendo ricordi sui tuoi cari, puoi organizzare una “cena muta”.
Come abbiamo visto in precedenza, persino il falò, dove puoi gettare un foglio con scritte le cose che vorresti lasciarti alle spalle e intagliare le zucche/rape inserendo al loro interno una candela, fa parte delle attività tradizionali di questo periodo. Come per Mabon potreste fare una passeggiata nella natura raccogliendo foglie o oggetti che vi ricordino la stagione da mettere sull’altare, ma potrete anche liberare dalle energie vecchie la vostra casa, bruciando salvia o rosmarino. Questo è inoltre un momento propizio alle arti divinatorie essendo il tempo dell’incontro tra passato, presente e futuro. Non dimenticandoci di meditare, accogliendo la nostra trasformazione personale. Questa festa è associata alla morte, quindi onoriamo le divinità psicopompe o quelle con uno stretto collegamento al ciclo naturale di vita e morte.
Vi riporto di seguito degli elementi che potrete usare per celebrare Samhain e decorare il vostro altare:
- Cibo: zucca, mele, sidro,carni arrosto, sidro, ortaggi a radice, pere, vino scuro e cannella.
- Cendele: nero, arancione, marrone, giallo, viola, oro, argento, rosso.
- Pietre: quarzo fumé, ambra, ametista, ossidiana, pirite, onice, corniola, turchese.
- Simboli: alatri agli antenati, gatti neri, merli o corvi, calderoni,Jack-o'-lantern.
- Piante: Calendula, artemisia, rosmarino, girasoli, ginseng selvatico, assenzio.
- Divinità: Ecate, Lilith, Hel, Loki, Anubi, Persefone, la Morrigan, Ishtar, Osiride, Cailleach, Cerrunnos, Dioniso, Odino e Freyr.
Abbiamo visto come Samhain sia un momento di forte connessione spirituale, che ha fatto parte di molteplici culture, persino la nostra e quindi che tu segua i rituali di Samhain, Halloween o il Giorno dei Morti (approfondimento: La Santa Muerte e la Censura Cattolica), finché il velo è sottile, cogli l'occasione per riflettere, onorare il ciclo di vita/morte e coloro che ci hanno lasciato.
Fonti:
McCoy, D. The Viking Spirit: An Introduction to Norse Mythology and Religion.
Rodgers, D.G. & Noer, K. Sons of Vikings: History, Legends, and Impact of the Viking Age.
Price, N. Children of Ash and Elm: A History of the Vikings.
MacKillop, James (1998). Dizionario di mitologia celtica
“Auguro a tutti un felice Samhain”
By Niki
Anno Domini 2024