"porte di Hel, ce ne sono tante in tutto il mondo" (Hel)
Per quest'articolo voglio partire da questa frase a me cara, perché proveniente da un sogno molto particolare, donatomi dalla dea Hel. Oggi infatti, ci addentreremo tra queste misteriose “porte" sparse in tutto il mondo. Spinta dalla curiosità, ho ricercato similitudini tra vari aldilà nelle varie culture, apparentemente distanti tra di loro. Partendo dalle culture più antiche, seguiremo Ištar (o Inanna) nel suo viaggio attraverso il Kur, l’antico oltretomba sumero, per raggiungere la sorella Ereshkigal. Vedremo l’ardua strada che conduce a Mitclan, il macabro oltretomba azteco, per poi guidare Mesketet, la barca solare, al fianco degli dèi nel mentre affronteremo pericolose prove nel Duat, per far rinascere il giorno. Calpesteremo la stessa terra dei valorosi guerrieri norreni condotti a Hel, infine ci addentreremo nello Yomi per conoscere la sua regina Izanami.
Seguitemi in questo viaggio e come scrive Dante Alighieri: "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate".
La Caverna
Per fare questa analisi, partirò da colei che mi ha ispirato: Hel. Nella mitologia nordica è la dea della morte e del mondo sotterraneo, nonché archetipo della morte e della rinascita. Solitamente, è descritta con metà volto cadaverico e metà di una giovane fanciulla. Il suo nome significa “Nascosto” riferitosi ad un luogo oscuro, una caverna, perché era un luogo di protezione per i nostri antenati. Infatti, proprio dalla caverna, o da una grotta, in molte culture ci si addentrava nel mondo sotterraneo, poiché molte generazioni erano vissute lì durante l’Era Glaciale, a causa dei predatori e delle condizioni ostili. E siccome non conoscevano il fuoco, che riscalda e protegge, per loro la caverna era il luogo più sicuro. Considerando poi che era anche dimora dei loro santuari, si suppone che il concetto di “vita dopo la morte” fosse basato su elementi che li allietavano. A conferma di ciò, nella caverna si celebravano persino riti funebri. L’aldilà e l’oltretomba erano situati dentro la terra, o in una montagna, a protezione delle anime dei morti, un concetto che ha attecchito in molte religioni antiche e nelle nostre menti, rimanendo nella nostra coscienza collettiva.
Un luogo all’interno della terra, dove si scende nelle profondità per poter rinascere. Xibalba, come Hel, si trova all’interno di una grotta, ma anche i greci più in là situeranno l’ingresso nell’Ade, che significa “Invisibile”, in una grotta e nel sottosuolo, dove fu poi rapita Persefone per mano del dio degli inferi e i misteri eleusini rappresentavano questa scena in tre fasi: la discesa (perdita), la ricerca e l’ascesa.
Dai Babilonesi ai Giapponesi
Il viaggio negli inferi della dea Ištar per andare a fare le condoglianze alla sorella Ereshkigal, ci mostra come porta dopo porta, per sette volte, abbia dovuto spogliarsi per restare nuda e senza sovranità davanti alla dea dei morti, per poi essere rilasciata dopo un periodo di prigionia che ha l'effetto di interrompere ogni attività di generazione nel mondo dei vivi, proprio come succede con il mito di Persefone; Quando le viene concessa la grazia da Ereshkigal, le vengono fatti trovare doni preziosi accanto ad ogni porta.
In Giappone l’entrata per l’oltretomba chiamato Yomi, è una caverna sigillata grazie a un masso dal dio Izanagi. Secondo il Kojiki, dall’unione di Izanami, dea della creazione e Izanagi, marito e fratello, nacquero molti dèi, ma la nascita dell'ultimo dio, quello del fuoco, costò la vita ad Izanami che finì nello Yomi. La dea si nutrì con il cibo dello Yomi, trasformando così il suo aspetto in un cadavere in putrefazione. Izanagi discese nel mondo infero intenzionato a riportare la sua compagna nel mondo in superficie, ma quando ne vide l'aspetto terrificante, la dea, per la vergogna, si alterò con lo sposo e lo inseguì con l'obiettivo di ucciderlo. Izanagi riuscì però a fuggire e sbarrò le porte dello Yomi con un enorme masso. La dea gli urlò che ogni giorno avrebbe preso almeno 1000 dei suoi sudditi, ma Izanagi le rispose che ne avrebbe creati altri 1500. Da quel momento la morte arrivò nel mondo e Izanami divenne così Yomotsugami, la dea della terra dei morti.
Morte, cambiamento e rinascita sembrano essere le parole chiave che segnano l’oltretomba.
I Guardiani dell'Oltretomba
Se il defunto, durante la propria vita, aveva maltrattato dei cani, il dio non lo avrebbe assistito, facendolo rimanere per sempre in questa dimensione. Ed è proprio il cane, noto simbolo di fedeltà e protezione, che ritroviamo come guardiano e aiutante non solo dagli aztechi, ma anche in molte mitologie, come Cerbero in Grecia, messo a guardia dell’Ade per non far entrare i vivi e non lasciar fuggire i morti, o come Garmr, suo omologo scandinavo, che era a guardia della grotta di Hel e potevi superarlo solo dandogli un pezzo di pane intriso con il proprio sangue. Per gli egizi invece era Anubi il guardiano dell’oltretomba, che guidava le anime dei defunti dalla terra dei vivi a quella dei morti.
“L’acqua è mutevole” (Astarte)
In molti aldilà, si legge di un fiume che conduce al regno dei morti. Nel caso di Xibalba, che significa “Occulto”, sono ben quattro: il fiume di sangue, il fiume di pus, il fiume di scorpioni e il fiume d’acqua, come descritto nel Popol Vuh dei maya. Hel invece possiede il Gjöll, dove si narra che scorrano lame di spade; nel Kur sumero è proprio la dea Ereshkigal che ordina di bagnare Ištar con l’acqua della vita prima di farla tornare in superficie; Izanagi dopo il suo ritorno dallo Yomi si lavò e mentre si purificava nacquero Amaterasu, Susanoo e Tsukuyomi.
I celti vedevano l’acqua come lo strumento più adatto ad accedere al mondo sotterraneo per raggiungere il Sidh; per gli egizi l’intero viaggio si svolgeva a bordo di una barca. Ciò indica quanto l’acqua per ogni antica religione sia associata al cambiamento, alla purezza e alla rinascita. Queste prove che le anime e gli dèi stessi devono superare per poter raggiungere la rinascita, sono molto simboliche e alcune hanno delle similitudini, fra le varie culture.
Il Cuore
Una di esse è proprio il cuore, che per gli egizi era la sede delle emozioni e del pensiero. Infatti, se esso era più pesante della Piuma di Maat, veniva dato in pasto alla dea Ammit e il defunto veniva divorato. Questo accadeva anche nella dimensione azteca chiamata Tēyōllōcuālōyān, un luogo ove una bestia selvaggia tentava di aprire il petto del defunto per mangiargli il cuore; qualora ci fosse riuscita, il defunto privato del proprio cuore sarebbe caduto in uno stagno dove sarebbe stato poi perseguitato da un caimano.
I maya invece ci narrano di Ixquic, la dea madre maya degli inferi che, rimasta incinta per l’inganno del mago Hunahpu, fu perseguitata e condannata per disonore dai Signori di Xibalba, con la sua punizione che sarebbe dovuta essere la rimozione del suo cuore. Ma con l’aiuto di un rapace riuscì ad ingannare i Signori, nascondendo un melograno a forma di cuore dentro una zucca.
Il melograno anch’esso simbolo della morte e della rinascita, oltre che della fecondità, sembra essere nutrimento per i defunti nell'oltretomba: numerosi geroglifici raffiguranti il melograno sono stati scoperti in tombe egizie che risalgono a 2.500 anni fa. Un altro esempio di questo è Persefone, che mangia sei chicchi di melograno cresciuto nell’Ade e questo la condanna a fare ritorno lì. Questa credenza possiamo ritrovarla persino nello shintoismo, dove una volta che si è mangiato il cibo dello Yomi è impossibile uscirne e tornare nella terra dei vivi.
Il cuore sede dell’anima per Aristotele, delle emozioni (Ib) e del pensiero per gli egizi o anche solo come simbolo della potenza della vita è fondamentale per continuare il viaggio verso l’immortalità.
La Nebbia
Così come l’acqua, la grotta, il cuore e il guardiano, anche il ghiaccio, la nebbia e la sofferenza ricorrono spesso nelle descrizioni dei vari aldilà. Pensiamo a Hel, che ad oggi viene descritta come una landa ghiacciata situata a Nifelhel (da non confondersi con Niflheim), ossia “l'Inferno delle Nebbie”, piena di sofferenza per le anime che lo abitano e nel quale dimorano solo i morti indegni, quando in realtà per i nostri antenati era semplicemente una pianura fertile piena di fiori e dove i defunti trovavano pace, che è anche come viene descritto il Sidh dai celti.
Tutti i morti arrivano a Hel, non importa il tuo stato sociale, persino gli dèi vanno lì, come ci racconta l’Edda con la morte di Baldur (o Baldr) ove ci resterà fino all’arrivo del Ragnarok, quando rinascerà per creare un nuovo mondo. Per gli aztechi, Itzmictlān Āpochcālōcān significa "il sentiero della nebbia che acceca" o Āpanōhualōyān ossia "il luogo dove si deve attraversare l'acqua", un cammino che si palesava prima di riuscire a raggiungere Mictlan, il luogo dell’eterno riposo e sede dei signori della morte. Qui il defunto doveva attraversare nove fiumi immerso in una fittissima nebbia. Avalon stessa era un luogo sospeso tra i due mondi, nascosto da un mare di nebbia dove secondo le leggende, re Artù aspetta di rinascere. Xibalba dei maya possiede poi la “Casa Fredda”, in cui ci sono tempeste troppo fredde per sopravvivere. Sul ghiaccio e sulla stasi, la runa Isa ci insegna che:
“Ciò che sembra all’apparenza statico e morente, in realtà nasconde una nuova vita.”
Conclusioni
L’archetipo della morte e della rinascita si coglie quindi nell’aspetto di molte divinità dell’oltretomba, come abbiamo visto sia Hel che Yomotsugami, ma così anche Mictecacihuatl, la signora dei morti di Mictlan, che vengono tutte descritte in forme cadaveriche, mostruose e terribili. Ma se vi si mostrano così, è solo perché ci insegnano che non bisogna temere la morte, dato che è un processo naturale che porta alla vita. Perché Hel, nonostante sia stata descritta con fattezze mostruose, in verità nella preistoria era semplicemente una “dea della terra”. Non intesa come dea della fertilità, ma come dea del sottosuolo, dove venivano adagiati i morti.
In conclusione, quando Hel mi ha suggerito questa ricerca, probabilmente voleva che capissi l’essenza stessa di questo viaggio tra queste “porte” e che lo scopo per ogni anima è sempre stata e sempre sarà la rinascita. Prima di lasciarci, qualora foste interessati ad approfondire sulla dea Hel, vi invito a leggere Hel: La Dea Della Morte. Se invece voleste vedere l'evoluzione che ha subito nel tempo Helheim, vi invito invece a dare un'occhiata a Il Regno Di Hel.
By Niki
Anno domini 2024
Fonti:
Egyptian Mythology: A to Z, Pat Remler
I Sumeri, Giovanni Pettinato
Kojiki, Donald L. Philippi
Popol Vuh: The Definitive Edition of the Mayan Book of the Dawn of Life and the Glories of Gods and Kings, Dennis Tedlock
I Miti Nordici, Gianna Chiesa Isnardi
Edda, Snorri Sturluson
Gli Dèi dei Germani, Georges Dumèzil
Edda: Il Canto di Odino, Mila Fois