Mabon è l'ultima festività della Ruota dell'Anno, simboleggia la chiusura della stagione del raccolto e l’incombente avvicinarsi della stagione della morte: l’Inverno.
Viene celebrato intorno al 21/23 settembre e coincide con l’equinozio d’autunno, durante questo periodo le ore di luce e di tenebra si eguagliano, è il tempo dell’equilibrio. Dall’equinozio infatti, la luce diminuirà lasciando il posto all’oscurità e per questo i celti consideravano Mabon come la prima festività del semestre oscuro.
Era il periodo del vino, dalla vendemmia alla chiusura nelle botti. La fermentazione richiedeva procedure che un tempo, erano accompagnate da rituali specifici, visto quindi come simbolo di trasformazione spirituale, paragonabile alle iniziazioni e i riti misterici che avvenivano nell’oscurità sotterranea dei santuari (da notare che l’alcool viene chiamato ancora oggi “spirito”).
Questo Sabbat ha molti altri nomi tra cui: Festival di Dioniso, la Vendemmia, la Cornucopia e la Festa di Avalon.
Per i Druidi contemporanei è Meán Fómhair e onorano l’Uomo Verde, il Dio della Foresta, offrendo libagioni agli alberi. I nostri antenati invece credevano che in questo periodo il Sole si tuffasse nell’oceano cosmico per discendere nelle profondità oscure ed è proprio grazie a questa credenza che Mabon veniva chiamato “Alban Elfed” ovvero “Luce dell’Acqua“ o “Luce dell’autunno”.
Il nome teutonico per questo periodo è Winter Finding, che andava dall'Equinozio d’autunno fino alla Notte d'Inverno (ovvero il Capodanno norreno), celebrato il 15 ottobre.
Mabon è il periodo perfetto per onorare le divinità legate al vino come Dioniso e Bacco, ma anche dee Madri o divinità associate all’invecchiamento e il mondo degli spiriti tipo Persefone e Demetra, Modron e Mabon, la Mórrígan, Inanna che discende negli inferi da Erishkigal per morire e rinascere, la donna serpente, Freyr o Freya mentre indossa Brisingamen (il gioiello creato dagli gnomi), Epona, Pamona, le Muse, Elfi e Gnomi, creature dell’Altromondo, che rappresentano le anime degli antenati e degli spiriti della Terra. Ma ancora Baldr, il giovane dio solare che discende nel regno di Hel, Thor che protegge i campi e i contadini, Thoth e Hermes.
Chi è Mabon?
Il nome di questa festività deriva dal dio gallese Mabon figlio della Grande Dea e Guardiana dell'Altro Mondo, Protettrice e Guaritrice, Modron (che rappresenta la Terra stessa) e di Mellt.
Mabon, compare nei miti gallesi dei Mabinogion e significa “figlio della Madre” o “Grande Figlio”. è il la Giovinezza Divina e il Figlio della Luce, simboleggia il principio fertilizzante maschile. Alcuni lo associano alla controparte maschile di Persefone. Oltre ad essere il dio della giovinezza, della vegetazione e dei raccolti, era anche un dio della caccia, una figura equivalente al dio irlandese Aengus.
Il suo culto era diffuso in tutta la Britannia settentrionale e il suo nome, secondo la studiosa Miranda Green, deriverebbe dal dio celtico Maponos, associabile all’Apollo Maponus, che lei chiama “Apollo celtico”. Il suo culto era praticato dai legionari romani di presidio al Vallo di Adriano.
Curiosità: Si presume che il dio Mabon e la dea Madre Modron, siano una rielaborazione medievale di una precedente coppia di Dee Madri e figlio.
I Semi Della Luce
Nel racconto medievale gallese di Culhwch e Olwen, viene narrato che Mabon venne strappato alla Dea Madre Modron da forze sconosciute quando aveva solo tre giorni (o tre anni secondo altre versioni).
Re Artù insieme ai suoi uomini ebbe il compito di recuperare il dio dai suoi misteriosi rapitori, lo individuarono e lo liberarono con l’aiuto di antichi e saggi animali: un gufo, un cervo, un merlo, un’aquila ed un salmone.
L’elemento del rapimento del figlio appena nato connette Modron alla Dea Rhiannon, presente pure lei nei miti gallesi dei Mabinogion, il cui figlio Pryderi venne rapito allo stesso modo. È probabile quindi che Modron e Rhiannon abbiano dunque la stessa origine.
La figura della dea Modron, il rapimento e il dio Mabon sono collegati al culto agrario della morte e della rinascita, esattamente come il culto di Demetra e Persefone.
Durante il mese di settembre in Grecia venivano svolti i Misteri Eleusini basati sul simbolismo del grano.
Si celebrava il mito della Dea della Terra e del raccolto Demetra/Cerere e sua figlia Persefone/Proserpina.
Mentre raccoglievano papaveri in un campo di grano, Ade/Plutone il dio degli Inferi, rapì la giovane Persefone trascinandola nel Mondo Sotterraneo. Demetra per nove giorni e nove notti cercò la figlia senza successo, fino a quando scoprì cos’era accaduto. Demetra chiese a Zeus di liberare la figlia, ma Zeus complice del rapimento non fece niente.
Sofferente Demetra smise di occuparsi dei suoi doveri e la carestia minacciò l’umanità. Zeus cercò quindi di convincere Ade a lasciar andare Persefone, ma la ragazza aveva ormai mangiato alcuni semi di melograno e chi mangiava il cibo degli inferi non poteva far ritorno, ma siccome ne mangiò solo sei, venne stabilito che avrebbe vissuto per sei mesi sulla Terra con Demetra, la quale faceva rinascere la vegetazione per la primavera e l’estate, ma concluso questo periodo, sarebbe tornata per gli altri sei mesi negli Inferi da Ade, per il tempo che corrispondeva all’autunno e l’inverno.
Un profondo significato si cela nella discesa di Persefone nell’Ade e la sofferenza della Dea Madre, che per il dispiacere dava inizio all’autunno e all’inverno.
Persefone discende al Mondo Sotterraneo come il Sole discende agli inferi celesti e, proprio come il Sole ritornerà, con la promessa di rigenerazione della natura. Persefone come il dio Mabon, sacrifica la propria vita alla Madre Terra ritrovandosi all’entrata dell’Oltretomba, divenendo il simbolo del passaggio dalla vita alla morte.
Mabon rimase negli inferi, quindi nel grembo della Dea Modron, fino al suo ritrovamento in primavera, come Persefone che resta nell’Ade, consapevole del fatto che rinascerà la primavera successiva.
Sono il seme che giace nell’oscurità del sottosuolo durante l’inverno, per riapparire in primavera come germoglio.
Persino la dea della primavera Brigid viveva prigioniera di Beira (Cailleach Bheur) nel suo palazzo sotterraneo fino al salvataggio di Angus, il figlio bello di Beira. Quando si incontrarono la primavera iniziò a sbocciare e l’aspetto trasandato di Brigid tramutò nell’emblema della primavera.
Il chicco di grano muore, per trasformarsi in spiga l’anno successivo ed è nell’oscurità che sono custoditi i “semi della Luce”.
I Misteri Eleusini mostravano che la morte è solo un passaggio verso la rinascita. Questi miti accolgono la perdita e il rinnovamento e sono al centro delle celebrazioni di Mabon, simboleggiano oltre al ciclo continuo delle stagioni anche l'equilibrio fra luce e oscurità, vita e morte.
Mitra e il Sole Autunnale
In epoca ellenistica l’equinozio autunnale e quello primaverile, erano consacrati a Mitra/Sole, che veniva considerato il demiurgo e kosmokrátor. Era il signore e animatore del cosmo, la cui funzione era simboleggiata da una sfera (o globo) che teneva in mano. Venne associato a Hermes/Mercurio e all’Egiziano Thot per via della sua funzione di mediatore cosmico.
Nell’Antro delle ninfe, Porfirio spiegava che, come demiurgo e signore della generazione Mitra, veniva inserito nel cerchio equinoziale ad indicare la funzione mediatrice tra i principi di luce e tenebra. Nell’iconografia dei mitrei sotterranei, il dio era raffigurato accompagnato da due portatori di fiaccola.
Uno era Cautes che appare sul lato sud del mitreo con la torcia alzata e lo sguardo rivolto alla scena della tauroctonia, rappresentando l’aspetto primaverile di Mitra/Sole. L’altro è Cautopates, che compare sul lato nord del mitreo con la torcia abbassata e un atteggiamento di pena e tristezza, simboleggiando Mitra come il Sole autunnale. Mitra viene associato a un albero in frutto che simboleggiava la produttività giunta al suo culmine e alle soglie del deperimento e nei mitrei a forma di grotta, anticamente veniva celebrato il sacro banchetto, commemorando quello di Mitra con il Sole. Con l’avvento del cristianesimo le funzioni di Mitra vennero assunte dall’arcangelo Michele.
Celebrare Mabon
Mabon è una festa iniziatica che invita a ricercare un nuovo livello di consapevolezza. In questo momento il velo tra i mondi si assottiglia ed è il tempo di guardare dentro se stessi, entrare nell’oscurità per riflettere sui misteri della trasformazione, attraverso la morte. Rappresenta l’abbandono, l’accettazione e la preparazione alla trasformazione. Il ringraziamento è la parola chiave di questa festività. È infatti il momento di raccogliere ciò che si è seminato durante l’anno e gioire per il successo dei nostri progetti, ma dobbiamo anche ricordarci di lasciare andare ciò che non è più necessario preparandoci alla discesa, in modo che così l’inverno ci offra riflessione e pace.
Mabon è la celebrazione della casa per eccellenza. Per noi, come per i nostri antenati, la vita torna a svolgersi all’interno delle abitazioni, invitandoci ad un viaggio dentro noi stessi.
Mentre l’energia del periodo primaverile ed estivo portava ad agire verso l’esterno, l’energia dell’autunno punta all’introspezione, al raccoglimento, alla meditazione.
Come Festeggiare?
I nostri antenati facevano il vino, banchettavano, facevano falò bruciando le ossa, intrecciavano bambole di grano, che avevano il compito di preservare lo spirito del grano fino all'anno successivo, offrivano libagioni agli alberi e spargevano offerte nei campi raccolti.
Possiamo preparare una tavola decorata e imbandita di pietanze dedicate a questa festa e festeggiare in famiglia o da soli. Mabon è tradizionalmente un momento per celebrare in comunità, ma è anche una festa collegata agli antenati e alla morte, infatti le barriere fra i mondi si fanno più sottili ed il mondo invisibile è più accessibile. Possiamo decorare con elementi autunnali oltre ai nostri altari e la nostra casa, anche luoghi di sepoltura, per onorare coloro che sono passati a miglior vita. Ottimo sarebbe persino purificare la vostra casa dalle energie negative e stagnanti, ad esempio con la salvia, avendo ben in mente le intenzioni di equilibrio e armonia.
Vi riporto una lista degli elementi di Mabon che potrete usare per decorare la vostra casa o il vostro altare:
- Candela: oro, arancione, rosso scuro, giallo, indaco e marrone.
- Immagini: divinità associate a Mabon e alla Dea Madre
- Pietre: ametista e topazio giallo, corniola, lapislazzuli, zaffiro e agata gialla
- Incenso: mirra, salvia, pino, ibisco e petali di rose.
- Elementi decorativi: falci, spighe di grano, foglie di vite e di quercia, pannocchie, pigne, ghiande e castagne, foglie o erbe secche, radici ( tipo patate, carote, cipolle, che crescono sotto terra), bambola di grano e cornucopia.
- Frutta: melograno, mele, noci, uva, more, mandorle e nocciole.
- Verdura: zucche e zucchine
- Bevande: vino, sidro e birra scura.
- Animali: cani, lupi e uccelli rapaci
Solitamente si festeggia dal tramonto alla notte. Ricordatevi di prendere del tempo per camminare in mezzo ai boschi e connettervi con la natura e lo spirito di Mabon, potreste anche meditare e scrivere una lettera di ringraziamento per i doni dell’anno passato e i vostri obbiettivi per l’anno che verrà, per poi bruciarla.
“Vi auguro un felice Mabon”
By Niki
Anno Domini 2024
Fonti:
Autumn Equinox: The Enchantment of Mabon - Ellen Dugan
Mabinogion
L'antro delle Ninfe - Porfirio