Benvenuto ricercatore, in questo articolo cercheremo di farti conoscere in maniera esaustiva il Culto della Santa Muerte.
In Italia sappiamo benissimo che per “tradizione” il giorno dedicato ai morti è il 2 Novembre, ma ben pochi ad oggi ricordano di celebrare questa data, i più infatti si concentrano sul giorno precedente, ovvero Tutti i Santi. In altre parti del mondo il 2 Novembre invece, è una delle feste più sentite di tutto l'anno, in particolare in Messico dove il Día De Los Muertos è celebrato con canti, sfilate di persone mascherate o truccate da scheletri, che cercano di esorcizzare una delle più grosse paure dell'essere umano: la morte.
Questo giorno che celebra la morte è veramente molto sentito dai messicani. A prova di ciò, c’è un culto incentrato sull'Adorazione della Santa Muerte (La Santa Morte).
Questo culto oltre ad essere molto seguito, continua ad avere consensi dalle nuove generazioni del territorio, tanto da essere il culto con più ampia crescita in America e probabilmente anche in tutto il mondo.
Origini
Il Culto della Santa Muerte era una vera e propria religione dalle origini molto antiche, che col tempo è stata declassata a “culto” in senso dispregiativo dai cristiani. Un altro nome che le persone usano per identificarla è “La Calavera Catrina”, conosciuta nell’immaginario collettivo come una donna scheletro dell'alta società, rappresentata inizialmente cosi dal pittore José Guadalupe Posada.
La Santa Muerte è la Personificazione della Morte, che è rappresentata con l'iconografia a noi nota, ovvero come uno scheletro femminile, decorato con vestiti e fogge di colori diversi a seconda dello scopo dell'adorazione al quale è soggetta.
L’origine della Santa Muerte risale sicuramente alla Dea Azteca della Morte e della Rinascita Mictēcacihuātl, che regnava su Mictlan, insieme al marito Mictlāntēcutli. I messicani la chiamavano “La Signora della Morte” e la sua missione era di proteggere le ossa e l’anima dei morti.
Non è la sola divinità associata alla morte ad essere dipinta in modo macabro, possiamo pensare anche ad Hel, dea norrena della morte e regina dell’oltretomba, anch’essa descritta con un aspetto terribile, mezzo volto livido e mezzo roseo. Questo aspetto simbolico utilizzato per descrivere le divinità legate alla morte, ci spinge a ricordare che la morte è una parte naturale della vita e inoltre, ci invita ad accettarne il cambiamento.
La Crescita Del Culto
Questa religione è stata al centro di scottanti fatti di cronaca verso la fine degli anni '90 in Messico, quando durante le incursioni nei nascondigli d'importanti trafficanti di droga, si iniziarono a trovare altari votivi con statue della Santa Muerte. I “Padrini” della droga messicani chiedevano, con offerte di vario tipo, protezione alla Santa Muerte, rendendola nota inizialmente come “La Dea dei Narcos”.
La venerazione della Santa Muerte era sentita però anche da persone comuni e umili, che avevano in casa immagini, candele e doni offerti in devozione della Santissima Morte, in cambio di protezione e indulgenza.
Negli anni 2000 iniziarono a vedersi i primi altari pubblici dedicati alla Santa Muerte, dove tutta la comunità poteva portare doni, gli altari erano sempre puliti e le statue venivano, a volte, persino portate in processione. Ebbe così inizio in Messico un vero e proprio festival, il Día De Los Muertos, dedicato ai bambini e alla morte. Esattamente come in molti culti di origine pagana, la morte era sempre associata alla rinascita e alla vita. Questo può indicare che persino le radici della dea Mictēcacihuātl, affondino le proprio origini da una Dea Ctonia.
Tradizioni Messicane e Miti Aztechi
Secondo le tradizioni popolari dei seguaci messicani, gli dèi non sarebbero morti, ma dormirebbero e il loro risveglio sarebbe possibile grazie a preghiere ed offerte. Il mito racconta che Mictēcacihuātl e il suo consorte Mictlāntēcutli, ricevettero da un loro seguace delle offerte di sangue, in cambio di una morte non dolorosa quando poi sarebbe sopraggiunto il suo momento. La tradizione vuole che l'offerta debba essere fatta con la mano destra coperta di sangue, per garantirsi i favori del dio Mictlāntēcutli. Il sangue divenne quindi molto importante, e di conseguenza il colore rosso venne associato al Signore della Terra dei Morti e per connessione, venne esteso alla sua consorte. Essi erano insieme i Signori di Mictlan, e risedevano in un luogo chiamato Chiucnauhmictlan che era il più profondo e oscuro dei nove livelli presenti nell’oltretomba azteco, dove le anime raggiungevano l’eterno riposo.
Molto spesso è raffigurato insieme alla Santa Muerte un gufo, che rappresenta il suo consorte e amante, Mictlāntēcutli.
Alcune rappresentazioni della Santa Muerte la dipingono come mietitrice con falce che regge in equilibrio una sfera di cristallo. Altre volte invece, viene rappresentata con in mano un teschio ed una clessidra. Questa iconografia, celebra quindi una simbologia molto vicina al cuore e all'anima di ogni messicano, che onora i loro antenati e le divinità originali.
Distorsione Cattolica
Vi sono numerosi esempi di come missionari cattolici, tentarono di distorcere il culto di questa antica dea. Persino la festa del 2 Novembre, fu spostata dai sacerdoti cattolici spagnoli in concomitanza di Halloween, in un vano tentativo della chiesa di convertire questo giorno sacro in una festa a loro connessa. Tuttavia la sacralità originale non è stata intaccata e le radici di questa festività sono ancora ben radicate. La stessa cosa accadde con la Vergine di Guadalupe, in origine Tonantzin, dea azteca della luna, che tentarono di ridurre a una delle tante rappresentazioni della Vergine Maria, ma senza mai riuscirci.
Ritualistica
La più comune raffigurazione di una ritualità legata alla Santa Muerte è sicuramente quella in cui una sua raffigurazione scheletrica, adornata di tutto punto e con abiti tradizionali, viene posta sul corpo del defunto preparato per essere cremato.
In onore della Santa Muerte, per i messicani è solito fare rituali propiziatori e sacrifici in suo nome, come facevano anche gli antichi popoli con Mictēcacihuātl, mirando alle più disparate richieste, non solo riguardante una morte pacifica e benevola, ma anche per richieste in vita: vi sono rituali per la prosperità, per il successo, per la giustizia ed anche per la protezione dal male, rituali di purificazione e guarigione spirituale, d'amore, di dominio e ovviamente non potevano mancare maledizioni e inversioni delle stesse.
Conclusioni
In conclusione quindi il culto della Santa Muerte è, grazie alla sua iconografia brutale e mortifera, affascinante ed oscura, uno dei culti che affascina più l’essere umano, come il concetto che si cela in essa: la morte.
Tatiana, Niki & Herah
Anno Domini 2024
Fonti:
Santa Muerte: I Sette Volti della Mietitrice, R. Andrew Chesnut
The Aztecs, Michael E. Smith