“Io amo Anna” ripetevo insistentemente in un sogno apparentemente insignificante. Non ci diedi subito molto peso, fino a che mi imbattei nella divinità celtica Anann (Anu/Anna/Annys).
In Irlanda è la dea nelle sue fattezze di Crona e rappresenta la Signora Oscura della Saggezza, la donna viaggiatrice e selvaggia, la strega e Regina dei Morti, la sacerdotessa primordiale, Anu ha potere sulle tempeste ed è Regina dell'Inverno.
Anu, con Badb e Macha, è parte di una triade divina femminile. Potrebbe essere la personificazione celtica della morte, infatti è descritta come colei che predice la morte in battaglia, ricordando la leggenda irlandese della Banshee.
Conosciuta in Inghilterra con il nome di Ana, era colei che controllava le condizioni atmosferiche. Se la si venerava come lei desiderava si mostrava benevola, portando bel tempo e vento dolce. Ma se suo malgrado veniva ignorata, faceva infuriare le più tremende bufere, impediva ai marinai di fare ritorno a casa e distruggeva i raccolti.
Ana è mutevole come l’elemento che tanto le è caro, l’acqua.
Secondo alcuni studiosi, Anu sarebbe da identificare con la dea Morrigan, e la dea Brigid. Morrigan (il cui nome significa “Grande Regina”) è associata al personaggio di Morgana del ciclo arturiano, anch’essa era legata all’acqua, in quanto Dama del Lago e Signora dell’isola di Avalon. Ma Anna è il nome dato alla sorella di Artù, negli “Annales Cambriae” (Gli Annali del Galles) di Geoffrey di Monmouth.
Anu & Anna Perenna
Anu potrebbe essere la rappresentazione celtica di una dea madre indoeuropea dell'abbondanza, della cura e nutrimento, che a Roma veniva chiamata Anna Perenna, il suo nome simboleggiava “il cibo e l’abbondanza”, ed era la manifestazione della Luna Piena.
In sanscrito la parola “Anna”, è l’essenza vitale del cosmo, collegata anche alle acque e alla luna. Infatti “Amnis Perennis” (che significa “acqua che scorre sempre”) era un’altra etimologia per Anna Perenna, e la assocerebbe quindi, ad una dea delle acque.
La Porta
Nel corso dei secoli, probabilmente il significato di Anna Perenna è andato perduto e i romani hanno sentito il bisogno di avere una dea che nutriva e si occupava del ciclo dell’anno. Durante le sue celebrazioni, ci si auspicava di passare un buon anno, fino alla fine. Questo la collegherebbe a Jana controparte femminile di Janus, dove lei era La Porta e lui Il Guardiano della Porta. La Porta simboleggia il passaggio del tempo (e non solo), come ad esempio da un anno all'altro o da una stagione all'altra, ma può anche significare dall'esterno all’interno, come la porta di casa o la porta del tempio. Jana era anche legata alla Luna Piena e i suoi Culti si svolgevano di notte danzando nei boschi sacri, come nel Culto di Diana.
Etimologia di Ana
La dea Anna Perenna è avvolta nel mistero, si suppone che abbia origine etrusca, ma alcuni affermano che sia addirittura più antica. E' vista ad oggi come una befana arcaica, ovvero ciò che resta di Annapurna (“Piena di Cibo”) colei che nutre, la Grande Madre.
La dea Annapurna, per l’induismo è la luceche sazia ogni essere. Non a caso anche la dea Diana ha un nome composto da “Di” (radice sanscrita che indica la luce) e “Ana” (abbondanza o nutrimento).
“An” in lingua sumera significa anche “Cielo” e ciò potrebbe intendere che “Di-Ana” potrebbe essere inteso come “Cielo Luminoso” o “Brillante Abbondanza”.
In ogni modo sia giunta a Roma, questa divinità testimonia la presenza della Dea Madre in tempi arcaici.
I Volti della Dea Madre
La dea ha avuto nel tempo molti nomi, legati dalla stessa radice “An/Ana”, possiamo pensare a Hannahanna che per gli ittiti era la Madre di tutti gli Dèi; oppure Anahita, la Dea delle acque e della fertilità secondo i persiani. La dea sumera della fertilità, dell’amore e della bellezza Inanna, ma così come nella mitologia caucasica, troviamo Satana, Madre dei Narti, associata alla fertilità e all’autorità, che esercita sui suoi figli. Spesso è mostrata come una donna saggia, una matriarca di enorme bellezza e dalla nascita prodigiosa, visto che nacque da una tomba.
In Italia presso i Marsi e i Peligni dell’Abruzzo c’era Angizia (da “Anguis” che significava serpente) la dea dei serpenti, della guarigione e della magia. Era venerata nei boschi sacri, associata ai terremoti, alla profezia e alla crescita interiore, rappresentata appunto, dal serpente. Era una Dea della Fertilità e della Terra e a Roma era conosciuta anche come Cerere.
Angerona
Sempre a Roma, Angizia era associata ad Angerona, Dea del Silenzio, legata al periodo invernale e al solstizio, infatti la sua festa cadeva il 21 dicembre “Angeronalia” (Yule). Il significato del suo silenzio, potrebbe indicare la meditazione o la concentrazione, e con la sua voce interiore evoca un incantesimo che aiuta il sole a riprendere la sua forza.
Angerona era collegata a Opi, Dea della Fertilità e alla Dea degli Inferi Tacita Muta, personificazione del silenzio. Il suo nome potrebbe derivare dalla radice etrusca “Ancaru”, ad indicare una Dea della Morte. Quindi si può ritenere che uno dei più antichi nomi della Dea sia stato Anna.
L'Oscuro Volto di Anu
Sicuramente pochi di voi avranno sentito nominare Black Annis. Ogni qualvolta menzioniamo Anu o Danu è citata anche Annis, ma solitamente è intesa come Gentle Annis, che è probabilmente chiamata “Gentle” per educazione e per la paura di offenderla. Si pensa fosse uno spirito della tempesta, ma non solo, era associata anche a Anu o Cailleach Bheur.
Black Annis, la possiamo trovare nei libri sul folklore, nella mitologia, nella stregoneria e nei tomi storici legati a Leicester. Annis ha avuto molti nomi nel corso degli anni: Black Anna, Black Anny, Black Agnes e Cat Anna, ma la sua figura è disprezzata dai nostri predecessori.
Annis & Lilith
"Enormi artigli, disgustosi di carne umana, crescevano al posto delle mani, e lineamenti blu lividi brillavano nel suo volto; mentre la vita oscena pelli calde di vittime umane strettamente abbracciate." (John Heyrick Jr - XVIII Secolo)
Secondo i racconti Annis dimorava in una grotta che aveva scavato nella roccia usando solo le sue unghie. Al suo interno cresceva una quercia potata, ove si accucciava per poi avventarsi sui bambini ignari, succhiarne il sangue e mangiarne le carni, prima di stendere le pelli scorticate delle sue vittime ad asciugare sui rami della quercia. Indossava una gonna cucita con le pelli delle sue prede umane.
“Fai attenzione o Annis ti prenderà!” era quello che veniva detto ai giovani di Leicester, se erano cattivi o uscivano di notte.
La quercia potata, ricorda il mito sumero di Inanna, Gilgamesh e gli Inferi, dove la vergine-fantasma Lilith, venne spodestata dall'albero huluppu, per mano di Gilgamesh.
“...e la vergine oscura Lilith costruì la sua casa nel tronco...”
Annis, secondo il racconto popolare era legata alla notte, proprio come Lilith e di conseguenza associata all’inverno secondo la ruota dell’anno, ma andò probabilmente dispersa nel tempo, la sua parte legata all’estate. La stessa Lilith, venne associata poi alla Lamia, che secondo la mitologia greca era una figura di aspetto femminile, in parte umana e in parte animale, rapitrice di bambini o un fantasma seduttore che accalappiava i ragazzi, per poi nutrirsi del loro sangue e della loro carne, esattamente come la descrizione di Annis.
Si crede che il sacrificio umano fosse associato alle divinità della terra. Il divoramento dei bambini da parte di Annis quindi, potrebbe essere un ricordo del sacrificio umano, oppure potrebbe anche indicare la mortalità infantile, visto che in passato, non tutti i bambini raggiungevano l’età adulta.
Caeilleach & Hel
La parola “Cailleach” deriva dall’antico irlandese “Caillech”, ovvero “colei che si cela con un velo”, rimandando anche al significato che si associa al nome di Hel, ovvero “Nascosto”.
Cailleach Bheur è una strega, una dea creatrice o un antenata divina dei miti scozzesi e irlandesi. Era conosciuta come il volto invernale della dea. In Scozia infatti, è nota come Beira, Regina dell’Inverno e si dice fu lei a creare molte montagne e colline. Cailleach Bheur era anche la custode degli animali ed è vista come loro spirito guardiano. Viene definita la Madre di tutte le Dee e di tutti gli Dèi esattamente come Ana.
"Ana - madre degli dèi d'Irlanda; ha nutrito bene gli dèi." (Glossario di Cormac)
Alla fine dell'inverno Beira, beveva dal Pozzo della Giovinezza e le acque la trasformavano nella Regina dell'Estate. Un’altra leggenda narra che Cailleach Bheur si trasformasse in pietra durante l’estate per poi a Samhain, riprendere il suo aspetto. Cailleach Bheur veniva descritta con un occhio e un volto blu, e i suoi denti erano rossi, Annis veniva descritta con un aspetto simile,alta con lunghi denti bianchi e si diceva che il suo volto fosse orribile e blu, questa iconografia ricorda persino Hel, la dea norrena della morte, descritta con metà volto livido (nero o blu) e metà roseo. Nonostante il blu sembri essere ricondotto al terrificante, era però associato anche alla protezione e persino le dee del cielo venivano raffigurate con cappe blu.
Le Origini della Befana
La Cailleach è sopravvissuta in una figura che ad oggi conosciamo molto bene, La Befana, che le antiche tradizioni pagane, associavano a Madre Natura. Arrivava alla fine dell’anno invecchiata e avvizzita, offriva regali a simboleggiare i semi, da cui lei rinascerà fanciulla durante la notte della Candelora (2 Febbraio).
La stessa Diana, dea della fecondità, proprio in questo periodo volava sulle campagne gelate spargendo i suoi semi, così che in primavera fossero già pronti per germogliare e ridare nuova vita alla terra. Per i celti questa stagione dell’anno si chiamava Imbolc e annunciava l’avvento della luce e la vittoria sul buio della notte invernale, perciò la rinascita dopo la morte nell’eterno ciclo di rinnovamento. Ma a loro era cara una figura mitologica che combacia con il personaggio della vecchietta brutta e rugosa, che vola nel cielo notturno invernale, la chiamavano Cailleach, la Regina dell’Inverno.
Il Volto dell'Estate
Le storie popolari narrano di un Convento con un tunnel sotterraneo collegato all'Abbazia di Leicester, e si credeva che Annis dimorasse all’entrata di una grotta li vicino, riprendendo così anche la leggenda di Beira (Cailleach Bheur) che, tenne prigioniera la dea della primavera Brigid, nel suo palazzo sotterraneo, costringendola a svolgere ogni tipo di lavoro. Grazie a Angus, figlio più bello di Beira, riuscì a fuggire e lo sposò. Quando si incontrarono la primavera iniziò a sbocciare, e gli abiti trasandati di Brigid si trasformano in vesti bianche con lustrini d'argento, i suoi capelli si decorarono con fiori primaverili ed estivi.
Brigid così come Annis, Bheur e Hel, viene descritta con una forma bella e una orribile.
Il matrimonio di Angus e Brigid fu interrotto durante un banchetto di nozze proprio da Beira, che scatenò nuvole temporalesche dal suo nero destriero. Alla fine della leggenda, Beira invecchia e si indebolisce e deve tornare al Pozzo della Giovinezza per ringiovanirsi, dove si addormenta di nuovo. Così Angus e Brigid diventano il Re e la Regina dell'Estate.
Questa leggenda tratta dal folklore scozzese, ricorda il mito greco di Persefone, tranne per il fatto che Ade, il suo amante, rappresenta l’inverno piuttosto che l’estate. Demetra (la madre di Persefone), assume l'aspetto di una vecchia anziana con un grande mantello nero, nel momento in cui Persefone venne portata negli inferi.
Curiosità: la leggenda dice che se Cailleach vorrà far durare ancora l’inverno, renderà il 1º febbraio una giornata di sole per poter raccogliere la legna sufficiente per i mesi successivi. Quindi se il 1º febbraio il tempo è brutto, significa che Cailleach dorme e l’inverno è alla sua fine. Bheur tenendo prigioniera Brigid, impedisce alla primavera di sorgere. Rappresenta quindi l'inverno che cede la sposa, come l'estate a Imbolc (1 Febbraio).
Assieme alla dea Brigid, la Cailleach viene mostrata come una divinità o spirito, legato alle stagioni. Cailleach governa l’inverno, tra Samhain e Beltane e Brigid governa l’estate, tra Beltane e Samhain. Alcuni le identificano come due aspetti della stessa dea. Brigit, esattamente come Gentle Annie è un'altra forma di Anu o Danu. Ma se Black Annis è un'altra forma di Gentle Annie/Cailleach Bheur, allora lo è anche di Brigit?
Forse il volto dell'estate di Annis non è mai andato perduto, ma semplicemente è rimasto nascosto.
By Niki
Anno domini 2024
Fonti:
A Dictionary of British Folk-Tales in the English Language – Part B: Folk Legends, Katharine Briggs
Portrait of Leicestershire, Brian J. Bailey
The Religion of the Ancient Celts, J.A. MacCulloch
A Guide to Irish Mythology, Daragh Smyth
Dictionary of Celtic Religion and Culture, Bernhard Maier